Dl Aiuti alla Camera, il M5S esce dall’aula. Inizia il “Papeete di Conte”. Berlusconi: serve una verifica

11 Lug 2022 17:17 - di Redazione

Via libera dell’Aula della Camera al dl Aiuti. Il testo, approvato a Montecitorio con 266 voti a favore e 47 contrari, passa al Senato, dove dovrà essere approvato, pena la decadenza, entro questa settimana. I deputati M5S non hanno partecipato alla votazione finale. A votare in contrapposizione col gruppo di appartenenza, che ha deciso di non prendere parte al voto, il deputato Francesco Berti, l’unico a disattendere l”ordine di scuderia’. Altri 85 hanno rispettato gli ordini, non partecipando al voto. I rimanenti 18 deputati risultano in missione.

Dl Aiuti alla Camera, oltre 88 gli assenti giustificati

Scorrendo i tabulati, emerge che complessivamente non hanno partecipato al voto 227 deputati, oltre agli 88 assenti giustificati perché in missione.

Una mossa che fa traballare il governo. Stavolta si muove in prima persona Silvio Berlusconi, appoggiato dalla Lega, e chiede una verifica di maggioranza.

Berlusconi chiede una verifica di maggioranza

“Oggi il Movimento 5Stelle – sostiene in una nota Berlusconi – dopo un logorìo politico prossimo all’ accanimento, ha deciso di disconoscere un provvedimento fondamentale per il Paese. Si tratta di un atto di schizofrenia politica e soprattutto di un vulnus grave che rende palese un deficit di responsabilità e serietà. I 5Stelle hanno deciso di giocare sulla pelle dell’Italia nell’illusione di ricavarne un dividendo di consensi. È inaccettabile”.

“Chiediamo al Presidente Mario Draghi – sottolinea ancora –  di sottrarsi a questa logica politicamente ricattatoria e di prendere atto della situazione che si è creata. Così come siamo stati responsabili nel far nascere il governo Draghi, altrettanto lo saremo nell’ultimo scorcio di legislatura. Ecco perché -conclude il leader Fi- chiediamo che ci sia una verifica della maggioranza al fine di comprendere quali forze politiche intendano sostenere il governo, non a fasi alterne e per tornaconti elettorali, ma per fare le riforme e tutelare gli interessi degli italiani”.

La Lega approva la mossa aggiungendo la richiesta di stoppare la legge sulla cannabis e sullo ius scholae. Ma con la sua nota Berlusconi ha voluto anche lanciare un chiaro segnale a Salvini: occorre dire chi ci sta e chi non ci sta fino alla fine della legislatura.

Lollobrigida: è tardi per ridarsi un tono da 5Stelle di lotta

In aula Francesco Lollobrigida, capogruppo di FdI alla Camera aveva ironizzato sulla scelta del M5S:  “Credo che sia davvero un po’ troppo tardi per ridarsi un tono da 5s di lotta”.  “Dal 2018 – aveva aggiunto – il movimento 5 stelle è quello più di governo di tutti, disposto a governare con tutti. Condivido i toni ma ricordo a Crippa, quando attacca Zingaretti, che all’interno di quella giunta del Lazio ci sono suoi colleghi del Movimento 5 stelle”.

“Oggi dal Movimento 5 stelle c’è un inedito politico: ‘io do la fiducia al governo ma non a quello che fa’. Al Senato vedremo – conclude Lollobrigida – perché lì il regolamento non permette di votare la fiducia ma non il voto finale al provvedimento”.

Il Pd: grave la scelta politica del M5S

“La scelta politica del M5S è grave”, commenta il senatore Pd Andrea Marcucci dopo l’uscita dall’aula alla Camera del M5S per il voto finale sul dl Aiuti. “Indebolire o mettere a rischio il governo in queste settimane è da scellerati. Considerazione che vale per Conte ma anche per Salvini e per chiunque altro metta in discussione l’esecutivo Draghi”.  “Inizia il Papeete di Conte”, sintetizza su Twitter Ettore Rosato, presidente di Italia Viva. “Almeno nel 2019 – chiosa – non avevamo covid, guerra in Ucraina e inflazione all’8%”.

 

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