Cirielli: «Nessuno è più sicuro per le politiche strampalate della Lamorgese. Faccia le valigie»

30 Lug 2022 14:50 - di Sara De Vico

La sconvolgente aggressione e uccisione di Alika Ogorchukwu, giovane ambulante nigeriano, a Civitanova Marche è solo l’ultimo episodio tragico di una lunga serie di violenze, risse, pestaggi a morte, che coinvolgono molto spesso comunità di immigrati. Costretti a vivere allo sbando per la politica delle maglie larghe del Viminale. L’accoglienza “senza se e senza ma figlia” dell’ideologia progressista, secondo Fratelli d’Italia, è la prima forma di razzismo. Gli sbarchi senza sosta a Lampedusa e in Sicilia rischiano di portare a un vero e proprio corto circuito sociale.

Cirielli: le dimissioni della Lamorgese sarebbero una liberazione

“Ieri a Civitanova Marche un italiano ha ucciso un nigeriano per futili motivi; stamattina a Monteforte Irpino, in provincia di Avellino, un nigeriano ha aggredito a colpi di martello un imprenditore cinese. Ammazzandolo e ferendo gravemente anche un cliente che si trovava nel negozio. In Italia nessuno è più al sicuro per colpa delle politiche strampalate della Lamorgese. Che rendono sempre più difficile la realizzazione di una reale garanzia della sicurezza sul territorio nazionale. Le sue dimissioni sarebbero una liberazione”. Così Edmondo, questore della Camera e deputato campano di Fratelli d’Italia, Edmondo Cirielli.

Un’escalation di reati finiti nell’oblio

“Un’incredibile escalation di reati che dovrebbe alzare l’attenzione sul tema della sicurezza nelle nostre città”, continua Cirielli. “Ma che, a causa dell’assoluta inadeguatezza del ministro dell’Interno e della totale assenza del governo, inevitabilmente finirà nell’oblio. Fratelli d’Italia, una volta al governo, farà le giuste scelte strategiche per arginare un’immigrazione ormai fuori controllo. E inaccettabile per quantità e qualità, mettendo in campo adeguate azioni di prevenzione che possano impedire il perpetuarsi di simili vicende, che rappresentano una vera e propria emergenza sociale”.

Alika, le Marche parte civile nel processo

Intanto la Regione Marche chiederà di costituirsi parte civile nel procedimento che si aprirà sull’uccisione di Alika. Lo ha annunciato il governatore Francesco Acquaroli. “Per difendere l’identità, i valori e l’immagine dei marchigiani e delle Marche. Siamo da sempre una comunità solidale, inclusiva e vogliamo rimanere tale, con l’impegno di tutti. È necessaria tolleranza zero rispetto alla violenza, in ogni forma, con l’impegno sinergico di tutte le istituzioni”.

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