Carovita: tra inflazione e aumento dei prezzi, bruciati quasi 1800 euro pro capite in tre anni

22 Lug 2022 16:54 - di Redazione
inflazione

La fiammata dei prezzi ha reso più leggeri i portafogli degli italiani che hanno perso 1.756 euro a testa in tre anni (-9,1%). Tra giugno 2019 e giugno 2022, il reddito pro-capite è diminuito in valore assoluto soprattutto nel Nord-Est, con un -2.104 euro. Ma in termini relativi l’inflazione ha toccato principalmente il Mezzogiorno: -10%. La Regione più colpita è stata il Trentino-Alto Adige, con una perdita del potere di acquisto di 2.962 euro (-12,3%). È quanto evidenzia un’analisi del Centro studi Tagliacarne sull’impatto dell’indice Istat dei prezzi al consumo sul reddito degli italiani nell’ultimo triennio.

La Regione più colpita è il Trentino Alto Adige, ma il Sud rischia di più

«Le regioni del Mezzogiorno rischiano di essere discriminate non solo a causa dell’incremento dei prezzi, ma anche per il minor livello dei redditi e a causa della composizione del loro “paniere” di consumo», ha commentato Gaetano Fausto Esposito, direttore generale del Centro studi Tagliacarne. «Se, ad esempio, rapportiamo la riduzione di potere di acquisto al complesso dei beni e servizi prodotti – ha proseguito – vediamo che la perdita del Mezzogiorno in termini relativi è superiore di circa un terzo a quella subita dal Centro-Nord, con punte molto alte in Sicilia, Puglia e Calabria. Inoltre, la maggiore componente di consumi alimentari delle famiglie del Sud, a fronte dei rincari particolarmente alti degli ultimi mesi, le espone a ulteriore penalizzazione».

Tra inflazione e rincari: mappa della perdita del potere d’acquisto

Più nel dettaglio dopo il Trentino-Alto Adige, le perdite nelle tasche degli italiani registrano valori superiori ai 2mila euro in Emilia-Romagna (-2.136 euro), Friuli-Venezia Giulia (-2.049) e in Lombardia (-2.021). Sul fronte opposto valori più bassi inferiori ai 1.400 euro si rilevano in Calabria (-1.334), Campania (-1.303), Basilicata (-1.295) e Molise (-1.287). Tuttavia, è in particolare nel Mezzogiorno che il tasso d’inflazione sul reddito pro-capite disponibile incide in maniera più generalizzata. Ben 6 delle 10 regioni che registrano cali percentuali maggiori della media nazionale sono infatti nel Sud, dove a pesare sono soprattutto le spinte inflattive su prezzi di casa, energia e alimentari.

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