Terremoto in Francia: tonfo per Macron, boom storico della Le Pen (89 seggi). Bruxelles trema

20 Giu 2022 9:13 - di Stefania Campitelli

Il verdetto delle urne in Francia decreta il tonfo di Emmanuel Macron. Che a soli due mesi dalla rielezione all’Eliseo si trova senza la maggioranza assoluta nell’Assemblea nazionale. Ha vinto Jean-Luc Mélenchon, il paladino della gauche radicale. Successo assoluto per Marine Le Pen. Che con il suo Rassemblement national  ha decuplicato i seggi in Parlamento conquistandone 89.

Tonfo per Macron, boom della Le Pen

Nelle scorse elezioni del 2017 il partito, che allora si chiamava Front nazionale, ottenne 8 seggi e si dovette accontentare di sedere tra i non iscritti all’Assemblea Nazionale. Non riuscendo a raggiungere la soglia necessaria per formare un gruppo. Cinque anni dopo l’exploit: la Le Pen ottiene una svolta storica: 89 eletti entrano nel Palais-Bourbon. Un risultato inaudito che cambia gli equilibri delle forze in campo e i destini di una Francia sofferente. E preoccupa la Ue che teme uno spostamento in politica estera verso il putinismo. A Bruxelles cresce la preoccupazione: ora la Ue è più debole nella partita con Mosca.

La destra passa da 8 a 89 seggi in Parlamento

Una ferita che brucia per monsieur le president che subisce un crollo imprevedibile. Tornando dalla sua prima visita nell’Ucraina Macron, temendo il boom di Mélenchon,  aveva chiesto ai francesi una maggioranza “forte e chiara” per una “Francia davvero europea”. In serata, con lo spoglio appena terminato, è la premier Elisabeth Borne a parlare. Senza nascondere il risultato deludente e preoccupante. “È una situazione inedita che rappresenta un rischio per il nostro Paese. Viste le sfide che dobbiamo affrontare, sia sul piano nazionale che internazionale”. La Borne ha lanciato un appello all’unità per “costruire una maggioranza d’azione” per il paese.  Ipotizzando “compromessi” per tenere la rotta.

Equilibri sconvolti nell’Assemblea nazionale

Macron con la sua coalizione Ensemble! è lontanissimo dalla maggioranza assoluta necessaria per governare: 289 seggi. Nel primo mandato aveva 341 deputati, oggi fra 210 e 230, secondo le ultime proiezioni. Molti dei suoi fedelissimi ministri sono costretti a fare le valigie. Insegue la Nupes di Jean-Luc Mélenchon, con 170-190 seggi. Decuplica Marine Le Pen, con il Rassemblement national che sale a 80-95 seggi, rispetto agli 8 attuali. Scende, invece, il partito dei Républicains, la destra tradizionale, a 58-65 seggi. L’Eliseo sarà costretto ad allearsi con altri partiti per governare i francesi. “La nostra mano è tesa a tutti quelli che vogliono portare avanti il Paese”, ha detto chiaramente la portavoce Olivia Grégoire.

Le Pen: quando il popolo vota, il popolo vince

“Siamo riusciti ad eleggere un gruppo molto forte di deputati all’Assemblea. Che d’ora in poi sarà ancora più nazionale. Sarà di gran lunga il più numeroso della storia della nostra famiglia politica”, ha detto a caldo Marine Le Pen. Questo risultato permette di “preservare il Paese dal regno del partito unico. Faremo un’opposizione ferma, senza connivenze, ma responsabile”. In Italia si registra l’esultanza di Salvini. “Risultato storico alle elezioni francesi per l’amica Marine Le Pen. Mai eletti così tanti parlamentari: brava”.

Tutti gli errori della campagna elettorale di Macron

L’effetto di trascinamento delle presidenziali per Macron stavolta non è scattato. Balza agli occhi che in assenza del presidente il suo partito non esiste. Completamente fallimentare la svolta a sinistra di Macron, che utilizzando un linguaggio più vicino alla sinistra, ha finito per radicalizzare lo scontro. E rafforzare le ali estreme di destra e sinistra. Ha nominato un governo di sinistra ma gli elettori di Mélenchon non si sono lasciati sedurre mentre quelli di destra e centrodestra si sono sentiti traditi.  A Bruxelles mentre arrivano i primi risultati cresce la preoccupazione per una Francia ‘terremotata’ dal voto.

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