Rdc, Conte difende il sussidio grillino col solito piagnisteo: Meloni e Renzi? Robin Hood al contrario

24 Mag 2022 16:11 - di Chiara Volpi
Conte Rdc

Giuseppi è accerchiato. La sua fragile difesa del reddito di cittadinanza riceve l’ultima bordata anche da sinistra. Un ennesimo scossone che stavolta arriva arriva dal presidente di IV, Ettore Rosato, che sui social anticipa che «dal 15 giugno» partirà una «raccolta di firme per l’abolizione del Rdc». Uno «strumento sbagliato», sottolinea il renziano, che «va riscritto tutto». E su cui conclude: «Siamo al paradosso che spendiamo un sacco di soldi ma ci sono poveri senza aiuto, disoccupati senza proposte di lavoro, aziende senza lavoratori, più lavoro nero. Ci vogliono più soldi per la lotta alla povertà, risorse direttamente alle aziende che assumono, più soldi in busta paga a chi lavora»

Rdc, Conte al delirio prova a difendere a spada tratta il sussidio di Stato grillino

Rosato con il suo annuncio scoperchia il vaso di Pandora del Rdc e tutti i mali. I malumori e i malesseri tenuti fin qui a bada con slogan e dichiarazioni propagandistiche grilline – e soprattutto tutelato e prorogato dai rifinanziamenti del governo – vengono a galla. Complice la reazione scomposta di Giuseppe Conte, che alla notizia che Italia Viva ha aperto alla raccolta di firme per la soppressione della misura intesa come mero sussidio di Stato, va su tutte le furie. E sparando nel mucchio, con un lungo post su Facebook in cui mette nel mirino due storici detrattori della misura fortemente voluta dal M5S – Giorgia Meloni e Matteo Renzi – colpisce alla cieca. Ma non argomentando sulla validità della misura grillina – che in questi anni ha dimostrato di fare acqua da tutte le parti – ma infierendo su chi ne evidenzia limiti politici e danni strutturali.

Rdc, Conte urla al complotto e ricicla il piagnisteo sull’aiuto ai bisognosi

E così, replica risentito a Giorgia Meloni. Alzando i toni e gridando al complotto. Farneticando, per esempio, sull’esistenza di «un piano ben preciso, quello degli esponenti di Fratelli d’Italia: togliere a chi non ha per dare a chi già ha e tanto. Sono dei Robin Hood al contrario. Forti con i deboli», accusa l’ex premier via social. Recriminazioni che suonano deliranti rispetto alle argomentazioni politiche fin qui mosse da Fdi e dalla sua leader sulla misura grillina che, ancora ieri dal palco di Frosinone, ha ribadito storture e mancanze del Rdc. E che solo pochi giorni fa, rilevava come «puntuale, dopo appena 4 mesi, rispunta il problema del contratto dei 1.800 navigator rimasti, divenuti ormai testimonianza del completo fallimento del Reddito di cittadinanza e della propaganda grillina».

Meloni: “Ai giovani serve lavoro vero che si ha con la crescita economica, non la paghetta del Rdc”

Spiegando altresì, contestualmente, che: «È infatti scaduta lo scorso 30 aprile anche la seconda proroga contrattuale voluta dal Governo Draghi. La soluzione? Una terza proroga di due o quattro mesi prevista nel cosiddetto “Decreto Aiuti”, per una spesa di 13 milioni di euro finanziata con risorse già assegnate alle Regioni. Pochi mesi, a pensar male giusto il tempo per superare le prossime elezioni amministrative». Rilievi nel merito, quelli della Meloni, che ad ogni occasione utile, comprese le iniziative e le dichiarazioni pubbliche degli ultimi giorni, rilancia sulla vexata questio sostenendo l’argomento principe delle contraddizioni interne al Rdc: quello secondo cui «ai giovani serve lavoro vero. Quello che si ottiene con la crescita economica. Non la paghetta del Reddito di cittadinanza o con gli sprechi di risorse pubbliche come regalare lo stipendio ai Navigator».

Rdc, Conte al delirio: «Meloni e Renzi Robin Hood al contrario. Forti con i deboli»

Ma Conte non ci sta. Anzi, proprio non ci vuole stare. Così, mani alla tastiera, dà fuoco alle polveri su presunti complotti e spara gli ultimi fuochi. E nel suo mirino finisce così anche il nemico numero uno di sempre: Matteo Renzi. Nella presunta guerra agli ultimi su cui Conte ricama post e tweet, spicca così anche «il redivivo Renzi, che non accetta mai di farsi superare, soprattutto negli errori: ha appena annunciato di voler raccogliere le firme per togliere a centinaia di migliaia di famiglie. Di giovani precari. Anziani e disabili, un reddito che gli permette di arrivare a fine mese».

Le bordate al nemico di sempre: Matteo Renzi

E ancora. «Il programma è già pronto: un giorno sarà ai banchetti per togliere aiuti alle fasce di popolazione in difficoltà economica. E un altro in Arabia Saudita per continuare le sue conferenze lautamente retribuite che magnificano il rinascimento democratico. Giusto per arrotondare lo stipendio da senatore». Concludendo con una chiosa demagogica che ormai non funziona più. Almeno non per gli ex elettori grillini, quanto meno stando ai sondaggi degli ultimi mesi. Una sentenza che recita: «Orgogliosi di dare voce a chi, per questa politica lontana dalla realtà, è solo un rumore di fondo», proclama il presidente del M5S. Voci che, per essere solo un «rumore di fondo», infastidiscono Conte parecchio però…

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