Guerini tira dritto: continueremo a dare armi a Kiev. Conte non ci sta. Meloni: fa ridere la posizione del M5S

6 Mag 2022 11:01 - di Riccardo Angelini
Guerini Conte

E’ di nuovo alta tensione sull’invio di armi da parte dell’Italia a Kiev. Lega e M5S tornano alleati nel tirare il freno a mano, mentre le parole del ministro della Difesa Lorenzo Guerini alle commissioni di Camera e Senato sul tema aprono un caso politico nella maggioranza. Con Giuseppe Conte che chiede a Draghi di venire in Parlamento a spiegare quale sia l’indirizzo politico del governo: l’Italia vuole la pace o la guerra? E Salvini a sua volta afferma: è ora di chiedersi a chi stanno andando queste armi.

Ma il Parlamento, aveva fatto notare proprio Guerini, aveva già votato la risoluzione che dà mandato al governo di inviare aiuti militare all’Ucraina. Dunque non vi sarebbe bisogno di un nuovo dibattito in aula.

“Abbiamo assunto la decisione di segretare la tipologia dei sistemi che forniamo all’Ucraina – ha detto ancora Guerini – in maniera condivisa con la stessa Ucraina e con un significativo numero di paesi donatori. Uno dei temi alla base di questa scelta è di fare attenzione a non enfatizzare dal punto di vista comunicativo questi invii.  Avendo cura di non far percepire in termini provocatori alla parte russa questo tipo di attività. E’ uno degli elementi della decisione che abbiamo assunto e che abbiamo condiviso”.

“Il secondo elemento è di evitare di palesare eventuali vulnerabilità o criticità delle forze di sicurezza ucraine. L’ultimo è un elemento tecnico: in alcuni casi son oggetto di cessione alcuni armamenti di fabbricazione straniera in dotazione alle nostre forze armate i cui paesi produttori hanno chiesto di mantenere la necessaria riservatezza. Questo – ha chiarito Guerini – è il quadro di principi cui ci siamo attenuti, ma il Parlamento non è escluso dalla discussione, io sono andato due volte al Copasir, che è un organo del Parlamento, tra l’altro un organo di garanzia e di controllo, che ha poteri estesi, e in quella sede ho elencato materiali, quantità e tipologie, ho risposto alle domande e credo che quella sia una modalità corretta”.

Ma la frase che ha creato un caso è un’altra: l’Italia continuerà a supportare l’Ucraina, «anche con dispositivi in grado di neutralizzare le postazioni dalle quali la Russia bombarda indiscriminatamente le città e la popolazione civile». Insomma, il governo italiano è pronto a varare un terzo decreto per inviare nuove armi a Zelensky.

E’ il pretesto che Giuseppe Conte cercava per sfilarsi. In serata è andato in tv  per chiedere a Draghi di «riferire urgentemente in Parlamento» e per spiegare che i 5 stelle sono «preoccupati» per «l’escalation militare» che le parole di Guerini lasciano presagire, anche se dà atto «al ministro di aver precisato che non intendeva colpire postazioni russe in territorio russo».

“Fa un po’ sorridere – commenta Giorgia Meloni – la posizione di Conte, che ieri ha votato un mandato pieno al governo sul tema delle armi e oggi chiede che Draghi venga a riferire… Allora non lo davi prima questo mandato, che è come mi comporto io quando non sono d’accordo con qualcosa”.

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