Riforma Cartabia, il sindacato delle toghe allo scontro: sciopero. FdI: uscire dallo scontro tra bande

30 Apr 2022 20:52 - di Paolo Lami
anm _luca_palamara

Il sindacato dei magistrati ha deciso di andare allo scontro e ha detto si allo sciopero contro la riforma Cartabia.

L’assemblea generale dell’Anm, l’Associazione nazionale magistrati, riunita oggi a Roma si è  espressa a favore di una giornata di astensione contro la riforma dell’ordinamento giudiziario e del Csm.

Ora a decidere la data dello sciopero sarà la giunta esecutiva centrale dell’Anm.

Non scioperiamo per protestare ma per essere ascoltati”, provano a sostenere i sindacalisti delle toghe nella mozione unitaria approvata a maggioranza dopo l’assemblea durata ben otto ore.

Lo sciopero “sarà un modo per comunicare le ragioni del dissenso non un modo per protestare contro una legge in fieri”, ha cercato di rinforzare il concetto il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia dopo l’assemblea generale che ha ratificato la decisione di una giornata di sciopero con 1.081 voti favorevoli, 169 contrari e 13 astenuti.

“Noi non possiamo pensare che la discussione si sia chiusa. Noi vogliamo la riforma, si tratta solo di correggere alcune strutture. Lavoreremo per questo e chiediamo al Senato di riflettere su alcuni aspetti. Speriamo ci sia ancora tempo e per questo ci stiamo impegnando”, ha sottolineato Santalucia dopo il voto.

“La riforma Cartabia è il minimo sindacale per ottenere i soldi dall’Europa ma una riforma davvero Copernicana deve eliminare le incongruità che ci sono tra la Costituzione e i codici – ha detto Carlo Nordio, magistrato, già procuratore aggiunto di Venezia alla convention programmatica di Fratelli d’Italia a Milano. – Giorgia Meloni ieri ha evocato la stranezza dei governi non legittimati dalla volontà popolare, è stata molto indulgente poiché abbiamo assistito a una situazione hegeliana, con un governo Conte I al quale è stato opposto un governo Conte II, con lo stesso primo ministro che ha smentito quello che aveva fatto prima cioè ha opposto sé stesso a sé stesso”.

Sulla separazione delle carriere, Nordio ha aggiunto “si può essere anche contrari per certe ragioni ma allora deve cambiare il sistema processuale”, così come per le porte girevoli, abbiamo assistito al paradosso che molti magistrati che avevano acquisito notorietà si sono presentati per prendere il posto di coloro che avevano inquisito”.

Nordio è stato capace di rompere il muro del silenzio sui mali della giustizia e sul rapporto tra politica e magistratura. Solo Fratelli d’Italia – ha sottolineato il deputato e responsabile Giustizia di FdI Andrea Delmastro – può riformare la giustizia in questo senso, immaginiamo di costruire una giustizia più giusta e liberale, garantista in fase di accertamento e più giustizialista in fase di esecuzione della pena.”.

”Siamo reduci dalla settimana in cui tutto dopo il caso Palamara doveva cambiare. E invece – accusa DelMastro – il governo dei cosiddetti migliori ha partorito il solito compromesso a ribasso. Lo stop alle porte girevoli doveva essere qui e subito. E ancora, sulla separazione delle carriere la risposta è stata timida e claudicante. Il tema garantisti vs giustizialisti continua e noi vogliamo finalmente uscire dallo scontro ideologico tra bande”.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *