La sinistra alla “Battaglia del grano”. Serra: «La guerra ci spinge a produrlo, più che consumarlo»

20 Apr 2022 13:53 - di Marzio Dalla Casta
Serra

Ci vorrebbe una nuova “Battaglia del grano“. Non dice proprio così, ma ci va assai vicino Michele Serra, firma di punta di Repubblica e già co-fondatore di Cuore, inserto satirico de l’Unità. Giusto per ricordare che parliamo di uno di sinistra-sinistra. Perciò, probabilmente, gli andrà (speriamo di no) il boccone di traverso a sapere che  sul grano ha scritto cose che gli sarebbero valse almeno un «bravo!» da Benito Mussolini, promotore già dalla metà degli Anni ’20 del secolo scorso della celebre “battaglia” finalizzata ad azzerare la dipendenza alimentare dell’Italia, all’epoca rigorosamente “proletaria e fascista“, attraverso il raggiungimento dell’obiettivo dell’autosufficienza produttiva. Il Duce ne andò talmente fiero da comporre, nel 1928, una “Preghiera del pane“.

Serra ne ha scritto su Repubblica

Dipendesse da Serra, che questi temi ha trattato di recente su Repubblica in un articolo rilanciato da Dagospia, la “Battaglia” rifarebbe tale e quale. «La guerra – vi si legge – costringe a riscoprire quanto è importante è il pane, e quanto tortuosa e fragile è la via che lo porta nelle nostre case. Sembra uno slogan è forse lo è: ma se fossimo, ovunque nel mondo, più produttori e meno consumatori, sarebbe più solida la nostra vita quotidiana». Che vi dicevamo? Abile arruolato per la “Battaglia del grano” di questo secolo. Tanto più che la nostra dipendenza dal biondo cereale – esattamente come accade per gas, petrolio e altre materie prime – è destinata ad aumentare per effetto della guerra in corso tra due granai globali come Russia e Ucraina.

Luoghi comuni demoliti

Ironie a parte, la condivisibile riflessione di Serra è utile anche a capire quanto liquidatorie, sommarie e sbrigative risuonino oggi alcune valutazioni del passato. Dettate evidentemente più da convenienza politica che da rigore storico. Già, quanti sarcastici giudizi abbiamo registrato sulla “Battaglia del grano“, tanto sulle sue modalità quanto sulle sue finalità? Quante volte storici frettolosi l’hanno accostata all’autarchia (che inizia solo nel 1934), quasi a voler retrodatare di circa un decennio gli scopi bellicisti del regime? Sembra ieri. Ora invece arriva il timbro di Serra a certificare che  «produttori» è meglio di «consumatori». Che è un po’ come ammettere che, almeno sul grano, il Duce aveva ragione.

Commenti

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  • Mario 21 Aprile 2022

    La Sicilia, una volta, era il granaio d’Italia. Mi ricordo immense distese di grano ondeggiante ai primi aliti di vento. Adesso le distese sono rimaste, ma vuote e aride. La modernità ha distrutto tutto e siamo ridotti all’elemosina.

  • giulio sole 21 Aprile 2022

    era ora di tornare a produrre il grano, invece di correr dietro alle sciocchezze del Palazzo, spesso in malafede

  • Michelangelo 21 Aprile 2022

    Ormai vedono distruggere il tanto desiderato globalismo che cinguettano slogans autarchici perché si accorgono che anche LORO debbono spiegare come si nutrono, si vestono ecc ecc in tempo di “guerra”