Immigrati spediti in Ruanda, il governo britannico fa sul serio e ignora le proteste di Ue, Onu e Ong

16 Apr 2022 15:24 - di Lucio Meo
Ha sollevato molte polemiche la decisione del premier britannico Boris Johnson  di affidare alla Royal Navy il pattugliamento del Canale, con il trasferimento dei clandestini senza permesso in Ruanda, ma nonostante le proteste delle organizzazioni umanitarie, dell’Onu, della Ue, delle Ong e della minoranza interna, il governo procede per quella strada.
Il ministro dell’Interno Priti Patel intende firmare con il governo del Paese africano un accordo da 120 milioni di sterline che prevede rimpatri rapidi per alcuni richiedenti asilo, con l’impegno del Ruanda di gestire il processo di documenti e controlli. La situazione, secondo Downing Street, è diventata insostenibile in seguito al numero record di sbarchi illegali: solo nella giornata di mercoledì sono arrivate oltre 600 persone, approdate sulle coste con barchini e gommoni, per un totale di oltre 5mila arrivi toccati quest’anno.

Ma è guerra anche agli scafisti. Nel suo discorso, il premier britannico ha inoltre attaccato i trafficanti di esseri umani affermando che Londra non può tollerare un sistema illegale e dichiarando: “La nostra compassione può essere infinita, ma la nostra capacità di aiutare le persone no”.

Immigrati in Ruanda, Londra approva una procedura speciale

La ministra britannica dell’Interno Priti Patel ha intanto dovuto ricorrere alla rara procedura della “direttiva ministeriale” per l’approvazione del controverso e contestato piano dell’invio dei richiedenti asilo in Ruanda. La rivela la Bbc, spiegando che la ministra si è così assunta la responsabilità personale del progetto, dopo che i funzionari del dicastero avevano espresso dubbi sul piano di ricollocamento dei migranti nel paese africano. E’ solo la seconda volta in 30 anni che un ministro dell’Interno fa ricorso a questa procedura.

Il sindacato Pcs, che rappresenta i funzionari pubblici, ha definito “inumano” l’invio dei migranti in Ruanda. L’uso della “direttiva ministeriale”, nota la Bbc, sottolinea la natura poco convenzionale del piano del governo. Oltre alle critiche sugli aspetti legali, morali e logistici del progetto, diversi funzionari del ministero hanno sottolineato che non vi è modo di quantificarne bene i costi. Il progetto pilota parte da 120 milioni di sterline e prevede che migranti entrati illegalmente in Gran Bretagna dopo il primo gennaio possano essere inviati in Ruanda, dove potranno chiedere di stabilirsi.

 

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