Congresso Articolo Uno, Conte abbraccia Bersani e si difende: io lepenista? Vergognoso pensarlo

24 Apr 2022 18:08 - di Lisa Turri
Conte

Giuseppe Conte prova a riabilitarsi al congresso di Articolo Uno dopo le accuse arrivate da sinistra di equidisatnza rispetto al duello Macron-Le Pen.

“Trovo assolutamente vergognoso – ha detto nel suo intervento – il tentativo di attribuire al Movimento 5 stelle una simpatia lepenista. E trovo assolutamente indegno che pur da una premessa subito fatta che le nostre politiche e le nostre soluzioni sono assolutamente distanti da forze di tale ispirazione, ci sia stata questa attribuzione nel dibattito pubblico al sottoscritto e alla mia comunità politica, quando invece il nostro orizzonte progressista è così esigente che anche alcune posizioni assunte pubblicamente da En marche in materia di giustizia sociale e transizione ecologica noi le troviamo fin troppo prudenti”.

Anche Pierluigi Bersani, parlando al congresso, ha difeso Conte: “A cosa portano questi attacchi continui denigratori a Conte a cui assistiamo in questi giorni, se non ad aprire strade alla destra? Bisogna che il campo democratico, le voci anche dell’informazione e della politica si prendano le loro responsabilità, perché la destra arriva”. I due si sono abbracciati come vecchi amici, a favor di telecamere, quasi a vole ribadire che l’asse M5S-sinistra ancora tiene e regge.

Conte ha parlato anche della guerra e ne ha approfittato per ribadire la sua posizione, in contrasto con la linea di Mario Draghi. “Se riconosciamo che ci sono tutti gli estremi del diritto all’autotutela, come è scritto nella Carta delle Nazioni unite, alla legittima difesa, dobbiamo essere conseguenti e offrire mezzi, in una situazione di palese asimmetria, a chi sta esercitando il diritto alla legittima difesa. Non abbiamo voltato le spalle, abbiano guardato in faccia la realtà anche se non è stato facile”, ma “non siamo disponibili ad un’escalation militare, l’unica escalation che vogliamo è l’escalation diplomatica”.

“L’Italia e gli altri Paesi dell’Unione europea -ha aggiunto l’ex premier- non possono rassegnarsi ed assuefarsi a devastazioni e carneficine nel cuore dell’Europa protratte per non sappiamo quanto tempo, né possono pensare di evitare questo scenario impegnandosi in una forsennata corsa al riarmo o pensando via via di fornire armamenti sempre più pesanti, sempre più offensivi”.

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