Cina, Shanghai colpita da Omicron. Un cane robot gira per le strade invitando tutti a stare a casa

14 Apr 2022 15:26 - di Riccardo Angelini
Omicron Cina

Omicron colpisce la Cina, dove si sta registrando la più rilevante esplosione di casi dall’inizio della pandemia oltre due anni fa: colpite in particolare Shanghai e Shenyang e Changchun, nel nordest del Paese, sottoposte a rigidissime restrizioni, che prevedono tra l’altro che chi è contagiato debba andare in ospedale o in una struttura per la quarantena.

Shanghai, possono lasciare la città solo i negativi al tampone

Le persone sottoposte a quarantena non ce la fanno più. Non hanno più viveri e non riescono a reperire beni essenziali.  Il consolato italiano a Shanghai suggerisce ai connazionali “account utili per consegne di alimentari e acqua” e invita a contattare i numeri di emergenza del consolato generale attivi 24 ore su 24 “in caso di difficoltà nel reperire cibo ed acqua o ad accedere a cure di emergenza”, ricordando che “è permesso” recarsi presso aeroporti e stazioni “solo” con il permesso del proprio comitato di quartiere, oltre a dover avere il referto con esito negativo di un tampone molecolare effettuato entro 48 ore e di un test antigenico effettuato entro 24 ore.

Il Dipartimento di Stato Usa ha ordinato a tutto il personale non essenziale di lasciare la città in una Cina che – scrive anche The Hill – censura le denunce degli abitanti in lockdown a corto di generi alimentari.

La storia del cane robot con il megafono

Il Financial Times racconta oggi del piccolo ‘cane-robot’ con il megafono sulla schiena che gira per le strade di Shanghai e invita gli abitanti a rimanere in casa, lavarsi le mani e controllare la temperatura. Un ‘quattrozampe’ “molto efficiente”, che fa tre o quattro ‘passeggiate’ al giorno a seconda della durata della batteria, come ha raccontato Wang Yushuo, giovane impiegato della società cinese Dji, che – volontario – controlla il ‘cane-robot’ da remoto. “Fuori il virus è ovunque – ha detto – Cerchiamo di evitare qualsiasi forma di contatto stretto”. E a controllare gli abitanti dall’alto ci sono anche i droni in quella che – sottolinea il Ft – è tra le città più sorvegliate al mondo ma in cui le telecamere puntate su strade vuote non servono più a molto.

Omicron in Cina: i dati della commissione sanitaria

I dati odierni della Commissione sanitaria nazionale riportati dall’agenzia ufficiale Xinhua segnalano per Shanghai 2.573 nuovi casi confermati di Covid-19 di trasmissione locale (su 2.999 confermati in tutto il gigante asiatico) e 25.146 casi relativi a pazienti asintomatici (su un totale di 26.391). E la commissione sanitaria di Shanghai segnala nove casi in “condizioni gravi”, otto dei quali sono pazienti di età compresa tra i 70 e i 93 anni, nessuno – secondo la Xinhua – vaccinato contro il Covid-19 e tutti con patologie pregresse.

Omicron, poco efficaci i vaccini usati in Cina

In Cina, sottolinea il Washington Post, l’88% della popolazione è vaccinato con due dosi, ma Pechino ha dato la priorità alle persone in età lavorativa, tenendo le fabbriche aperte e rifornendo il mondo durante la pandemia. E nel gigante asiatico solo la metà degli over 80 ha ricevuto due dosi di un vaccino anti-Covid e solo un quinto una terza dose. Inoltre, i vaccini più utilizzati, sviluppati da Sinopharm e Sinovac, utilizzano virus inattivati. Ed è opinione diffusa che questi siano meno efficaci contro le infezioni da Omicron rispetto ai vaccini mRNA sviluppati da Moderna e Pfizer.

Omicron in Cina, chiudono fabbriche e porti

Ora Omicron fa paura. Perché – scrive Il Sole 24 ore – “i nuovi casi stanno provocando la chiusura delle fabbriche e l’intasamento dei porti, aumentando i timori di interruzioni dell’approvvigionamento globale. Il terzo porto per container più trafficato del mondo – quello di Ningbo-Zhoushan, vicino a Shanghai – rischia il blackout a causa di una ventina di casi riscontrati nella zona. È già successo ad agosto, quando fu riscontrato un singolo caso di positività”.

A Pechino elevati i livelli di allerta

” Cina, insomma, non si trova di fronte a scelte facili. E il mondo intero la guarda con estremo interesse.   La strategia, però, per ora non cambia. Un modello predittivo dell’Università di Pechino pubblicato a fine dicembre scorso, prevedeva che i nuovi casi giornalieri potrebbero superare i 600mila nel Paese, se la Cina abbandonasse la sua strategia Covid-zero. Ma la velocità di Omicron è un fattore nuovo. E dopo Xi’an, altri lockdown estremi potrebbero abbattersi sulla popolazione cinese. I giorni della Cina «bolla pulita» del pianeta sembrano lontani. I livelli di allerta, a Pechino, sono stati innalzati”.

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