M5S, doccia fredda su Conte: vota solo un quinto degli iscritti. Borrè: che senso ha tutto questo?

11 Mar 2022 9:38 - di Paolo Lami
Conte

Conte si aspettava un bagno di democrazia e ha ricevuto una doccia fredda giacché hanno votato meno di un quinto degli iscritti”. L’avvocato Lorenzo Borrè, legale degli espulsi Cinque Stelle e autore di numerosi ricorsi contro i vertici grillini, l’ultimo dei quali ha disarcionato Conte, riassume così la debacle dell’ex-premier. Che, nonostante una doppia pronuncia del Tribunale di Napoli, si ostina a ignorare ciò che dicono i giudici sia sul suo ruolo a capo dell’M5S, sia sullo statuto, ripetutamente bocciato dalla magistratura grazie ai micidiali ricorsi di Borrè.

Alle 22 di ieri sera risultavano aver votato appena “34.040 iscritti, per l’approvazione dello Statuto del Movimento 5 Stelle, pertanto, non si è raggiunto il quorum costitutivo“, ammettono desolati sul blog del Movimento 5 Stelle.

Si procederà, quindi, “con l’assemblea in seconda convocazione, come da avviso già pubblicato il 22 febbraio 2022: dalle ore 8.00 alle ore 22.00 di domani”.

Insomma alla base Cinque Stelle non è piaciuta la forzatura dei vertici grillini e dello stesso Conte che aveva annunciato, in un video, di voler ignorare la pronuncia della magistratura liquidando con faciloneria ed arroganza i ricorsi dell’avvocato Borrè.

”Quella che molti commentatori politici hanno ritenuto una sfida al Tribunale di Napoli evidentemente non è piaciuta – ragiona Borrè – alla stragrande maggioranza degli associati, i quali probabilmente non credono che la democrazia si affermi con petizioni antidemocratiche, quali quelle che riservano ad uno solo di loro la possibilità di guidare il partito”.

”L’aver definito cavilli questioni attinenti principi di rilevanza costituzionale segna un cambio di paradigma indigesto ai più”, avverte il legale romano. Che si interroga sul senso di questa suicida ostinazione di Conte e dei capetti Cinque Stelle, questo rifiuto infantile di prendere atto che così come sono state fatte dai vertici M5S, le cose non vanno: “L’11 marzo le modifiche saranno sicuramente approvate. Ma,  considerati i vizi che le minano e ne predicono l’annullamento, mi domando: che senso ha tutto questo?”.

Cerca di buttare la palla fuori campo Davide Crippa, capogruppo del M5S alla Camera: “Siamo l’unica forza politica che coinvolge in modo diretto la sua base. Io mi soffermerei su questo dato distintivo che è sempre un valore aggiunto”, scantona l’esponente Cinque Stelle.

Sulla vicenda dello statuto bocciato dai giudici, Crippa dice: “Abbiamo piena fiducia nei passi che vorranno compiere il presidente Conte e gli avvocati. Sono certo che si troverà la strada giusta per appianare queste questioni che oggi, però, non credo interessino ai cittadini“.

E sull’ipotesi che qualcuno pensi di risolvere la vicenda dando vita a un partito di Conte, Crippa non crede sia all’ordine del giorno: “Non mi risulta che sia un tema mai trattato. Abbiamo altre questioni all’ordine del giorno. Noi dobbiamo pensare a fare politica nell’interesse degli italiani“.

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