Cittadinanza ai migranti, spunta lo “Ius scholae”. La sinistra ci riprova sull’onda della guerra

4 Mar 2022 9:21 - di Sara De Vico

L’Europa è in guerra e la sinistra torna alla carica con lo ius soli, anche se in versione minimal. Proprio così. La cittadinanza resta la “priorità” della maggioranza, grillini in testa. Si chiama “ius scholae” , come l’ha definito il presidente 5Stelle della Commissione Affari Costituzionali della Camera, Giuseppe Brescia. Relatore del disegno. Una bandiera da poter sventolare nella prossima campagna elettorale.

Ora la sinistra si inventa lo ius scholae

La legge prevede la cittadinanza italiana ai minori che siano stati almeno cinque anni tra i banchi di scuola. E  riconosce alla scuola il ruolo di agenzia di integrazione. Insomma una cittadinanza smart, per non deludere i talebani dello ius soli. Nel testo si concede la cittadinanza al minore straniero nato in Italia che abbia risieduto legalemente e senza interruzioni in Italia. O che vi ha fatto ingresso entro il compimento del 12esimo anno di età. E che abbia frequentato regolarmente per almeno cinque anni uno o più cicli scolastici o percorsi di istruzione e formazione professionale. La proposta Brescia arriverà in commissione alla Camera la settimana prossima. Sulla carta ci sono i numeri per farlo passare, con Pd, Leu, 5Stelle e Iv. Grazie anche a qualche voto dei liberal di Forza Italia. Ma in Aula si prevedono scontri. Al Senato sarà ancora più dura.

Il Pd in prima fila: per noi va bene

Scontato il sì di Enrico Letta. “Per noi va bene – dice il dem Matteo Orfini – questo testo base è quello che noi avevamo chiamato ius culturae, anche se ridotto. Ma pur di vederlo approvato va bene anche questo, cercheremo di migliorarlo”.

La Lega: non passerà mai

La Lega però dice no al compromesso del grillino Brescia non piace alla Lega. “È uno ius soli mascherato, non passerà mai”, dice Igor Iezzi. Le barricate in Parlamento sono assicurate. Insomma lo ius scholae rischia di essere una nuova spina nel fianco per Draghi, un altro terreno di scontro dentro la maggioranza sempre sul filo della resa. “Parliamo di una battaglia nobile che non va strumentalizzata. Ci sono migliaia di ragazzi e ragazze, feriti dai fallimenti del passato, che aspettano”, dice Brescia. Siamo proprio sicuri?

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