Bloccati Fb e Twitter in Russia, bavaglio alla stampa. Il Cremlino tollera solo la sua narrazione

4 Mar 2022 20:34 - di Redazione
Facebook Russia

Roskomnadzor, l’autorità russa che sovrintende a Internet, ha deciso di bloccare l’accesso alla rete di Facebook in tutta la Russia.

Facebook bloccato in tutto il Paese

Da ottobre 2020, riferisce Roskomnadzor, “sono stati registrati 26 casi di discriminazione contro i media russi e le risorse informative da parte di Facebook. Nei giorni scorsi il social network ha limitato l’accesso agli account del canale televisivo Zvezda, l’agenzia di stampa Ria Novosti, Sputnik, Russia Today, Lenta.ru e Gazeta.ru”.

Una settimana fa già bloccate alcune funzioni Fb

Già una settimana fa il governo russo aveva annunciato il blocco di alcune funzioni di Facebook nel paese, accusando la compagnia proprietaria del social network Meta di “censurare” i mass media statali russi. L’annuncio era arrivato all’alba del secondo giorno di invasione in Ucraina.  Le autorità russe in quell’occasione avevano ordinato a Meta, casa madre del social network, di interrompere l’etichettatura e le operazioni di verifica, per poi cominciare a limitare l’accesso a Facebook in tutta la Russia. Come risposta, Facebook ha deciso di stringere ancora di più le maglie di sicurezza su questi media, impedendogli anche la monetizzazione dei contenuti e la possibilità di sponsorizzarli. Quindi si è giunti al blocco totale di Fb.  Dal 26 febbraio in Russia è bloccato anche l’accesso a Twitter.

Il Cremlino tollera solo la sua narrazione

Il Cremlino assegna un’importanza fondamentale alla comunicazione sulla guerra. Le tv di Stato e i giornali russi diffondono la narrazione governativa del conflitto ma le notizie filtrano lo stesso attraverso i canali Telegram alternativi.

“Negare la realtà è nella peggiore tradizione sovietica. Hanno negato Chernobyl e ora sta accadendo esattamente la stessa cosa”, ha detto al Financial Times, Kostyantyn Batozsky, un analista politico ucraino.

La Bbc ritira i suoi giornalisti

Il bavaglio si abbatte sui mezzi di informazione, arrivando a rendere reato – punito con 15 anni di reclusione – la diffusione di informazioni “false” sulle forze armate. Risultato: la Bbc ha sospeso il lavoro di tutti i suoi giornalisti nel Paese e il quotidiano Novaya Gazeta, diretto dal co-vincitore del premio Nobel per la pace 2021 Dmitry Muratov, ha annunciato sui social di essere costretto a rimuovere dal suo sito il materiale sulla guerra anche se continuerà a scrivere delle conseguenze, anche economiche, cui va incontro la Russia, e della persecuzione dei dissidenti.

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