Sansonetti non molla Ranucci e lo porta in tribunale: “I video non sono manipolati”. E arriva la replica

15 Feb 2022 15:49 - di Lucio Meo
La sfida tra Piero Sanzonetti e Sigfrido Ranucci sui video che accusano il conduttore di "Report" potrebbe finire in tribunale

La sfida tra Piero Sanzonetti e Sigfrido Ranucci sui video che accusano il conduttore di “Report” potrebbe finire in tribunale, con il direttore del “Riformista” che difende la correttezza del proprio operato. “L’affare Ranucci, che abbiamo sollevato la settimana scorsa, ha provocato molte polemiche. Da diverse parti è stato chiesto alla Rai di indagare e di spiegare la propria posizione. Per ora silenzio. Qualche giornale vicino a Ranucci, invece, ha polemizzato contro di noi, muovendo due obiezioni o meglio, rilanciando le due obiezioni avanzate dallo stesso Ranucci, ripetutamente, sui social. La prima è che il documento che abbiamo pubblicato e messo online sarebbe vecchio e non inedito. La seconda – molto grave e per la quale quereleremo Ranucci – è che i video sarebbero manipolati”, scrive Sansonetti sul suo giornale, dopo il secondo video, sempre del 2014, pubblicato ieri dal giornale online.

Sansonetti non molla Ranucci

“E’ una cosa avvenuta alcuni anni fa, ma i pezzi di filmato che abbiamo presentato sono inediti e contengono scene molto inquietanti. Negli stessi filmati, Ranucci tranquillizza i suoi interlocutori, spiegando che lui è molto potente ed è amico di un alto dirigente dei carabinieri e forse dei servizi segreti”, scrive Sansonetti (qui l’articolo integrale) in riferimento al nuovo video pubblicato ieri da Il Riformista.

La replica del giornalista di “Report”

A stretto giro arriva la replica dei legali di “Report”. “Le fatturazioni fittizie da parte di Ranucci non sono state mai fatte, né vere né finte. Ranucci, in quell’incontro al ristorante con chi lo ha filmato a sua insaputa, ha bluffato per verificare la esistenza o meno del video hard con il quale Tosi poteva essere eventualmente ricattato. Ranucci ha bluffato anche quando ha assicurato agli interlocutori di avere entrature nei Ros e persino nei servizi segreti. E la stessa sentenza del dicembre 2019, che ha definito la vicenda, ha escluso attività di dossieraggio o di compravendita di materiale di inchiesta da parte dalla Rai, evidenziando come Ranucci abbia millantato la possibilità di fare fatture fittizie o di chiedere l’intervento di un suo amico dei Ros solo allo scopo di raccogliere prove necessarie all’inchiesta“. Lo sostiene l’avvocato difensore di Sigfrido Ranucci, Luca Tirapelle, che ha seguito tutta la vicenda Tosi-Ranucci si sofferma con l’Adnkronos su due aspetti clou del caso, precisando che “del video hard sull’allora sindaco di Verona Flavio Tosi, non vi sono ad oggi prove dell’esistenza”.

L’avvocato di Verona, Luca Tirapelle evidenzia anche come la sentenza escluda, “sulla base di testimonianze”, che ci siano “fondi neri Rai usati per acquistare materiale utile all’inchiesta di Report o per effettuare attività di dossieraggio ai danni di politici di qualsiasi schieramento”. Un’ultima annotazione da parte dell’avvocato riguarda la querelle sulla novità rappresentata dai video pubblicati in questi giorni: “Non sono video inediti, giravano sui social già 8 anni fa”.

 

 

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