Referendum, ammessi 4 quesiti sulla giustizia. Attesa per le altre decisioni della Consulta

16 Feb 2022 15:11 - di Redazione
Consulta

Sono in tutto quattro, per ora, i referendum ammessi dalla Corte costituzionale in materia di giustizia, ma l’esame degli altri quesiti prosegue. Lo sottolinea la stessa Consulta in una nota. Quelli che hanno sinora superato positivamente il vaglio dell’ammissibilità riguardano l’abrogazione delle disposizioni in materia di incandidabilità (legge Severino), la limitazione delle misure cautelari, la separazione delle funzioni dei magistrati e l’eliminazione delle liste di presentatori per l’elezione dei togati del Csm. «I suddetti quesiti – spiega la nota – sono stati ritenuti ammissibili perché le rispettive richieste non rientrano in alcuna delle ipotesi per le quali l’ordinamento costituzionale esclude il ricorso all’istituto referendario».

Alle 18 conferenza stampa di Giuliano Amato

I lavori della Corte Costituzionale proseguono ora con l’esame dei rimanenti quesiti. I giudici della Consulta, infatti, devono completare l’esame relativo all’ammissibilità dei referendum inerenti la responsabilità civile diretta dei magistrati e sulla partecipazione degli avvocati ai Consigli giudiziari. Attesa anche per l’esame del quesito sulla “cannabis legale“. La decisione su questi ultimi quesiti non dovrebbe tardare, dal momento che  alle 18 il presidente Giuliano Amato terrà una conferenza stampa. Ad esprimere soddisfazione per la decisione della Consulta di ammettere il referendum abrogativo della legge sulla incandidabilità è l’Anci, l’associazione dei Comuni italiani, presieduta da Antonio Decaro.  «Sulla legge Severino – ha spiegato – noi sindaci abbiamo chiesto da sempre una modifica. Siamo infatti l’unica figura istituzionale a subire una sospesione di 18 mesi senza una condanna definitiva».

Dall’Anci plauso alla Consulta

Sul fronte giustizia, invece, tra i primi commenti politici arrivati al seguito della nota della Consulta spicca quello del sottosegretario alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto. «La democrazia diretta – ha premesso l’esponente forzista dai microfoni di RadioUno Rainon è mai “contro” quella rappresentativa. La consultazione referendaria e la riforma dell’ordinamento giudiziario sono percorsi diversi e non alternativi. È sempre positivo che tutti gli strumenti democratici siano pienamente utilizzati. In questo momento la nostra attenzione è rivolta al dibattito parlamentare che si svolgerà sulla riforma del Csm proposta dal governo. Un intervento – ha concluso Sisto – che, coinvolgendo l’equilibrio tra poteri dello Stato, sul fronte della giustizia è davvero il provvedimento dei provvedimenti».

 

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