Foibe, Meloni: basta fango sul sangue degli italiani. Mattarella: il ricordo seme di crescita civile

10 Feb 2022 12:33 - di Bianca Conte
Foibe

Foibe, Il Giorno del ricordo rinnova dolore e rabbia ma rinsalda la memoria di una strage perpetrata a danno degli italiani, in quanto italiani. Nostri connazionali vittime di una strage a cui oggi le istituzioni tributeranno l’omaggio di una cerimonia ufficiale sancita dal calendario dopo una lunga battaglia politica e culturale. L’evento commemorativo in memoria dei martiri delle foibe è previsto per oggi alle alle 16, a Palazzo Madama. Con il discorso d’apertura della celebrazione affidato alla Presidente del Senato, Elisabetta Casellati. A cui seguirà quello del Presidente della Camera, Roberto Fico. E, in conclusione, l’intervento del  Presidente del Consiglio Mario Draghi. Nel mezzo, momenti musicali assegnati alla viola del Maestro Francesco Squarcia. La lettura di due brani con l’attrice Isabel Russinova. Le partecipazioni del Presidente di Federesuli, Giuseppe De Vergottini e del Vicepresidente vicario dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, Donatella Schürzel. E a conclusione del programma celebrativo, la premiazione delle quattro scuole vincitrici del Concorso nazionale10 febbraio Per Amor di Patria“.

Foibe, una tragedia che è parte integrante della memoria nazionale iscritta nel nostro Dna

Perché, per quanto qualcuno tenti ancora di negarne e minimizzarne l’orrore, l’eccidio delle foibe è un capitolo della storia nazionale scolpito a caratteri di sangue nel nostro passato e nel nostro dna di italiani. Una tragedia che, troppo a lungo, è stata occultata. Rinnegata. Taciuta. Con l’ipocrisia della sinistra che prosegue incessantemente nella sua opera di mistificazione ideologica e di silenzio politico. Sminuendo l’orrore delle foibe e mortificando il sacrificio di quei morti, anche con l’omaggio di strade, targhe e titoli, a chi di quell’orrore ha la responsabilità morale, politica e civile. Una strage che ha sconvolto tutto il Paese e colpito indelebilmente un’intera comunità. Che ha costretto al doloroso esodo e all’esilio i profughi che sono riusciti miracolosamente a mettersi in salvo. E di cui oggi, la giornata commemorativa, celebra il ricordo in onore di tutte quelle vittime del confine orientale del nostro Paese, chiamate a sacrifici estremi. Costrette a uno scempio ingiustificabile. Perché quella pagina di storia diventi finalmente parte integrante di una memoria definitivamente condivisa.

Meloni: «Non abbiamo dimenticato e non dimenticheremo i martiri del confine orientale»

E allora: «Il 10 febbraio è il Giorno del Ricordo delle vittime delle Foibe e dell’esodo istriano, fiumano e dalmata», ha dichiarato via Facebook Giorgia Meloni. Aggiungendo: «Non è stato facile far sì che la vicenda dei martiri del confine orientale fosse riconosciuta da tutti. Nonostante, ancora oggi, qualche giustificazionista continui a gettar fango sul dolore e sul sangue di migliaia di persone, l’Italia con la legge 92 del 2004 riconosce il dramma che vissero i nostri connazionali e lo celebra così come essi meritano. Affinché più nessuno debba subire quei torti, affinché tutti possano ricordare cosa – per troppi – ha significato essere italiani. Non vi abbiamo dimenticati, non vi dimenticheremo», ha rimarcato nel suo post la leader di Fdi, concludendo: «Anche per questo continueremo a lavorare per rafforzare il legame che lega la nostra Nazione alla comunità ancora presente in quei territori. E a salvaguardare la cultura italiana nell’Adriatico orientale».

Gasparri: «Il Giorno del Ricordo sia momento di riflessione, basta negazionismo»

Parole a cui fanno eco quelle pronunciate dal senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri. Che nel rendere omaggio alle vittime delle foibe, sottolinea come «la giornata del ricordo costituisce un momento di riflessione sulla tragedia delle foibe. E sul dramma delle tante famiglie di italiani cacciate in modo violento dall’Istria. Da Fiume e dalla Dalmazia. Una legge dello Stato ha voluto che si rendesse onore a quanti furono massacrati dai comunisti slavi, purtroppo anche con la collaborazione di comunisti italiani». E ribadendo come «la cerimonia che si terrà al Senato, e tanti altri momenti, serviranno a rinnovare il ricordo di una pagina di storia che troppi avevano rimosso per ragioni ideologiche. Non si fa ancora abbastanza. Il servizio pubblico radiotelevisivo e la scuola possono e devono fare di più per far conoscere questa tragedia. E bisogna anche denunciare la gravità di iniziative negazioniste che in alcune università e in alcuni contesti, persone fuori dalla storia e della realtà continuano ad animare».

Salvini: «Onore ai martiri, italiani massacrati dai comunisti slavi»

E mentre Gasparri esorta a vivere Il Giorno del Ricordo «con spirito sincero e sgombro da menzogne che non devono continuare a circolare». Sollecitando il governo a dare «seguito alle recenti decisioni della legge di stabilità per sostenere concretamente – con risorse e con spazi adeguati – tutte le iniziative dell’associazionismo degli esuli. E di tutte le realtà culturali che in ogni parte d’Italia e del mondo vogliono far conoscere la verità sui martiri delle foibe», in un Twitter Matteo Salvini posta eloquentemente la foto di un muro del capoluogo toscano dove si legge «il vostro revisionismo non cancellerà la nostra memoria partigiana». Una scritta corredata da una stella a cinque punti. E a cui il leader della Lega allega il suo commento: «Scritta apparsa su un muro dell’Università a Firenze. Onore ai martiri delle Foibe, italiani massacrati dai comunisti slavi. E tanta pena per chi nega la Verità e la Storia».

Mattarella: «Un impegno di civiltà conservare e rinnovare la memoria della tragedia delle foibe»

Infine, a suggellare il ricordo doveroso e il tributo istituzionale alle vittime delle foibe, le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Che nel rievocare dolore e morte, storia e tragedia, mette in rilievo come «Il Giorno del Ricordo richiama la Repubblica al raccoglimento e alla solidarietà con i familiari e i discendenti di quanti vennero uccisi con crudeltà e gettati nelle foibe. Degli italiani strappati alle loro case e costretti all’esodo. Di tutti coloro che al confine orientale dovettero pagare i costi umani più alti agli orrori della Seconda guerra mondiale e al suo prolungamento nella persecuzione, nel nazionalismo violento, nel totalitarismo oppressivo». Soffermandosi sul perché sia «un impegno di civiltà conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli istriani. Dei fiumani, dei dalmati e degli altri italiani che avevano radici in quelle terre, così ricche di cultura e storia. E così macchiate di sangue innocente. I sopravvissuti e gli esuli, insieme alle loro famiglie, hanno tardato a veder riconosciuta la verità delle loro sofferenze. Una ferita che si è aggiunta alle altre», ha proseguito il capo dello Stato.

Foibe, Mattarella: «Il ricordo può diventare seme di pace e di crescita civile»

Che poi ha concluso estendendo la sua riflessione all’ambito europeo. «L’Europa nata dalla pace e il dialogo ravvivato dall’affermazione delle democrazie hanno aperto e sviluppato una strada nuova. Queste memorie hanno guadagnato rispetto, dignità, ascolto. Sono storia vissuta, monito e responsabilità per il futuro», ha proseguito Mattarella. Chiosando: «Il ricordo, anche il più doloroso, anche quello che trae origine dal male, può diventare seme di pace e di crescita civile. Questo è l’impegno di cui negli ultimi anni il nostro Paese si è reso protagonista insieme alla Slovenia e alla Croazia per fare delle zone di confine una terra di incontro e prosperità, di collaborazione, di speranza. La scelta di Gorizia e Nova Gorica, che saranno congiuntamente Capitale della Cultura europea 2025, dimostra quanto importante sia per l’intera Unione che la memoria delle oppressioni disumane del passato sia divenuta ora strada dell’amicizia. Della comprensione. Del primato della dignità delle persone, nel rispetto delle diversità e dei diritti».

 

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