Sudoku Quirinale, alta tensione: Pd e M5S incontrano Salvini, i neocentristi sgomitano

28 Gen 2022 19:15 - di Agnese Russo
mattarella

Un’altra giornata di caos. Fumate nere, incontri a porte chiuse. Matteo Salvini è andato a colloquio con Draghi. Poi si è riunito con Enrico Letta e Giuseppe Conte negli uffici del M5S alla Camera per cercare di dirimere il nodo Quirinale. «Questo Parlamento così frammentato non può che esprimere un presidente della Repubblica con una larga intesa», ha detto Letta subito dopo. «Vogliamo aiutare e preservare il governo. Salvini l’ho trovato bene. Abbiamo discusso in modo franco e aperto». Frasi di circostanza, vista la tensione delle ore precedenti. Ma soprattutto una linea che segua quella di un compromesso capace di calmare i “ribelli” dei partiti che appoggiano l’esecutivo. l leader della Lega, raccontano fonti del Carroccio, «’è al lavoro per dare una risposta positiva al Paese, di altro livello e al di fuori dei partiti, superando veti e perdite di tempo». Nel frattempo anche il sesto scrutinio non è servito a nulla. Il vertice del centrodestra ha dato l’indicazione dell’astensione e quello del centrosinistra ha puntato nuovamente sulla scheda bianca, pur “aprendo” a chi volesse votare Sergio Mattarella.

Gli italiani stufi dei giochetti

A dare il polso della situazione nel Paese ci ha pensato, invece, nel corso della giornata, uno studio di SocialCom, che ha evidenziato come i sentimenti degli italiani diffusi in rete siano ormai sdegno e rabbia. E, d’altra parte, il clima fra e nei partiti è stato tutto all’insegna di tensioni, strappi, sospetti che hanno attraversato tutta la giornata e che, ancora mentre era in corso la sesta votazione, facevano prefigurare esiti dello spoglio assai distanti dalle indicazioni ufficiali.

Le manovre del centrosinistra col nome di Mattarella

Occhi puntati soprattutto sulle manovre del centrosinistra intorno al nome di Mattarella, rispetto al quale fra i dem c’era chi scommetteva su 300 preferenze, puntando sul fatto che «se Mattarella va oltre i 200 voti, è chiaro che sarà un segnale che non potrà essere ignorato». Del resto, i rumors dicevano sì che l’indicazione del cosiddetto fronte progressista era per la scheda bianca, ma che c’era stata un’apertura a indicare il presidente uscente. Insomma, qualcosa che aveva tutta l’aria del “giochetto” bello e buono, nel quale diversi esponenti di Leu e Pd non avrebbero avuto bisogno di farsi pregare troppo nell’andare dietro alla fronda grillina che finora ha fatto da testa d’ariete, pur in un contesto in cui si tenevano aperte le quotazioni di Mario Draghi e Pier Ferdinando Casini. E, secondo alcuni analisti, gli incontri tra Salvini, Conte e Letta, i tre maggiori azionisti dell’attuale maggioranza, potrebbe prefigurare anche un tentativo di accordo sul prossimo governo, in vista di una elezione di Draghi al Colle.

Il ruolo dei centristi

«I nomi sul tavolo sono quelli, vedrete quanti voti prenderà adesso Mattarella, ma Mattarella non sarà il prossimo presidente della Repubblica: primo perché lui non vuole e poi perché 14 anni di presidenza sono una anomalia. Rimangono Casini e Draghi», ha pronosticato Maurizio Lupi, mentre dal fronte centrista Osvaldo Napoli sosteneva che «la politica italiana trarrebbe un grande vantaggio dalla nascita di un centro quale forza di equilibrio, di ragionevolezza e di concretezza, con la sinistra che torna a fare la sinistra e la destra che uscirebbe fuori da ogni equivoco».

Delmastro: «Dal “nuovo centro” orridi giochini di palazzo»

«Osvaldo Napoli vive una seconda giovinezza politica ed esulta per la presunta nascita di un nuovo centro di Toti, Calenda e Renzi. Prendiamo atto che il nuovo centro, secondo i suoi stessi sostenitori, nasce sotto l’insegna degli orridi giochetti di palazzo a cui gli italiani stanno assistendo impotenti, amareggiati, quando non disgustati», ha commentato il deputato di FdI, Andrea Delmastro, secondo il quale «il parto di palazzo sarà destinato al solito aborto nelle urne di tutti questi esperimenti in vitro distanti dal sentimento comune degli italiani. A volte ritorna, ma solo a palazzo».

Cirielli: «Stupisce il silenzio di Mattarella»

È stato poi il collega Edmondo Cirielli a soffermarsi su un altro aspetto anomalo della vicenda dei “giochi di palazzo” cui si è assistito finora. «Stupisce molto – ha detto Cirielli – il silenzio del Presidente della Repubblica sull’utilizzo del suo nome per una conta interna di alcuni gruppi parlamentari. A meno che – ha concluso il deputato di FdI – fin dall’inizio il racconto che non volesse essere riconfermato era solo un racconto».

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