Sgarbi: comunque vada Berlusconi ne esce vincitore. Il quadro: 3 nomi sul Colle, governo senza Pd (video)

21 Gen 2022 12:10 - di Lara Rastellino
Sgarbi

Sgarbi non ha dubbi, la partita a due sul Quirinale ha solo due contendenti, Draghi e Berlusconi, e un solo, vero stratega vincente: il Cavaliere. Una convinzione che proprio ieri sera, ospite di Formigli a Piazza Pulita, il critico d’arte e deputato del Gruppo Misto, ha esplicitato chiaramente in tv asserendo: «Domani o dopodomani deve dire il nome che propone agli altri. Una volta fatto, la partita è chiusa. E lui in qualche modo l’ha guidata. Con un vantaggio: che si parla solo di lui. Lui dà le carte e ora deve avere la forza di dire a Matteo Salvini e Giorgia Meloni i nomi su cui discutere».

Quirinale, Sgarbi: «Comunque vada Berlusconi può uscirne vincitore»

Un ragionamento, quello che Sgarbi ha proposto nel programma di La7,e che oggi ha rilanciato anche dai microfoni di Rtl 102.5, che parte da un presupposto, che il critico spiega con flemma britannica e sicurezza manichea: «Forza Italia ha varie possibilità. Berlusconi potrebbe fare un nome nell’area di Fi rimanendone leader. Quel nome, mettiamo la Casellati, è espresso da FI e contemporaneamente lascia a lui il partito. Se il nome è esterno, come potrebbe essere Draghi, allora si può dire che può uscire perfino una votazione. Mi pare che se lui ragiona riesce a uscire dalla partita vincitore perché, di fatto, in questo momento, si parla solo di lui. Anche se non si candida ha tenuto fin qui e può decidere. Domani o dopodomani deve dire il nome che propone agli altri. Una volta fatto la partita è chiusa e lui in qualche modo l’ha guidata».

Sgarbi, nonostante le campagne contro di Travaglio (che comunque rema contro anche Draghi)…

Una performance vincente, quella di Berlusconi secondo Sgarbi, che potrebbe affermarsi nonostante diffidenze e magheggi di corridoio. E, soprattutto, rimarca il cirtico da Formigli, malgrado Il Fatto Quotidiano faccia «una campagna contro Silvio Berlusconi», ma anche una «campagna durissima contro Draghi. I primi a non volere Draghi sono loro – dichiara senza peli sulla lingua Sgarbi –. I secondi sono i Cinque Stelle, e in particolare Giuseppe Conte». E infine, prosegue, «c’è Berlusconi. Berlusconi vuole che Draghi stia lì», ovvero a Palazzo Chigi.

Quirinale, Sgarbi: «Se Draghi va al Colle il nuovo governo sarà con Di Maio e Salvini e il Pd fuori»

E a proposito di Palazzo Chigi, argomenta Sgarbi allargando il campo delle previsioni e dei rumors, con Draghi al Colle all’esecutivo «va un nome già deciso come premier, con Salvini agli interni e Di Maio agli esteri, come nel primo Conte. Con la differenza che questa volta ci sarà una maggioranza di centrodestra e il M5S senza il PD. Altrimenti, se Draghi impone, anche il Pd. Non c’è possibilità che Draghi faccia sciogliere nulla, perché la sua indicazione è contestuale all’indicazione del Presidente del Consiglio. È chiarissimo», afferma Vittorio Sgarbi ai microfoni di RTL 102.5.

I nomi papabili si riducono a tre: ecco perché

Quindi, tirando le somme, come ha fatto ieri in tv, Sgarbi rimescolando le carte e mettendole in ordine sul tavolo della discussione conclude: i nomi papabili per il Quirinale «sono tre: quello più furbo è Draghi. Certo con molte fratture nel M5s. Quello più comodo è Gianni Letta perché se perde, perde lui. Se vince, vince Berlusconi: insomma, sarebbe una sconfitta contenuta nel caso». E poi, continua il critico, «rimane la forma istituzionale che è il presidente del Senato. Non è detto che se si arriva alla quarta votazione Matteo Renzi non voti il candidato del centrodestra». Con una certezza su tutte, chiosa Sgarbi: «Il gruppo di ex grillini di Alternativa c’è non vota nessuno del Pd. Non vota Draghi, ma è pronto a votare un candidato di centrodestra che non sia Silvio Berlusconi». Insomma, “non tira un’aria così facile per Draghi. Solo se lo dice Berlusconi»…

Sotto, il video dell’intervento di Sgarbi a Piazza Pulita dalla pagina Facebook del programma di La7

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