Omicron, vaccini, richiami, anticorpi, l’esperta Pfizer spiega tempi e traguardi: uno all’anno dopo il booster

14 Gen 2022 14:08 - di Redazione
Omicron e vaccini

Omicron, vaccini, richiami, immunità. Nel delirio di annunci e smentite, informazioni e contro-deduzioni. Dato il riconoscimento ufficiale che attesta come e perché Omicron è «la variante del virus con la più alta contagiosità» riscontrata finora, Pfizer – attraverso le delucidazioni rese in queste ore dal direttore medico dell’azienda, Valentina Marino, in un’intervista a La Stampa –prova a fare chiarezza sull’ultima mutazione del Sars-Cov 2 e sulle somministrazioni del vaccino. E innanzitutto afferma: «Sulla severità non si possono ancora fare valutazioni reali, perché colpisce sia una popolazione vaccinata, sia non vaccinata. E rispetto alla sua capacità di sfuggire al vaccino stiamo ancora studiando. L’impressione è che la protezione con due e, ancora meglio, tre dosi, funzioni bene contro la malattia grave».

Omicron, vaccini, richiami e anticorpi: l’esperta Pfizer spiega tempi e traguardi

E ancora. In merito alla risposta immunitaria, invece, alla domanda se gli anticorpi dati da Omicron siano diversi da quelli di Delta, l’esperta Pfizer risponde: «Sì, come se fossero due virus diversi. L’Italia è interessante per questi studi perché è dove Omicron è più diffusa», chiarisce la Marino. E allora, Omicron ha reso necessaria la terza dose? «L’ha resa più urgente», replica il direttore medico di Pfizer nell’intervista al quotidiano torinese. Poi però aggiunge anche: «Ma a prescindere si è visto un calo degli anticorpi dopo 6-9 mesi verso il contagio e in misura minore verso la malattia». Una considerazione che apre all’interrogativo più battuto negli ultimi mesi: il vaccino quanto impedisce davvero il contagio? «In parte – risponde la Marino – succede sia in entrata, sia in uscita. Ovvero, un vaccinato sviluppa una carica virale e infettiva inferiore», chiarisce l’esperta.

Omicron, vaccini, immunità cellulare, l’esperta Pfizer: «Si pensa che duri più a lungo di 6-9 mesi»

Non solo. Si parla di calo degli anticorpi. E l’immunità cellulare quanto dura? «Si sta valutando, ma sulla base di altri vaccini si pensa che duri più a lungo di 6-9 mesi» chiarisce il direttore medico di Pfizer. E la domanda successiva, sorge spontanea: perché il richiamo si fa a cinque mesi allora? «È una decisione di salute pubblica legata alla contagiosità di Omicron e non una necessità del richiamo», replica la Marino. Che poi sulla durata della terza dose dichiara: «Basandosi sull’esperienza precedente dura almeno 6-9 mesi». E quindi, servirà la quarta dose? «L’ipotesi principale è che la pandemia diventi un’epidemia e richieda un richiamo all’anno per alcune categorie. Ci sono poi la speranza che il virus scompaia. E la preoccupazione che muti richiedendo un aggiornamento del vaccino», rimarca la dottoressa Marino.

E sul via libera per la pillola “Paxlovid”…

Lo state già sperimentando? Chiede infine La Stampa all’esperta: «Sì, riguardo a Omicron. Lo studio darà i primi risultati a marzo. E se dimostrasse che l’aggiornamento è efficace andrà poi valutato dalle autorità regolatorie». Ma coprirebbe anche le varianti passate? «In teoria sì. E servirebbe a coprire totalmente Omicron». Un’ultima domanda: quando arriverà il via libera per la pillola Paxlovid? «Probabilmente a febbraio. E collaboriamo con Aifa per trovare la migliore distribuzione. Potrebbe avere senso darla ai medici di base, come in Israele dove si usa a domicilio. Si abbina al Ritonavir, altro antivirale in compressa, e funziona entro cinque giorni dall’infezione. Con un’efficacia dell’89%», afferma la Marino. Un complemento al vaccino? «Il vaccino previene. La pillola cura. La combinazione aiuterà gli ospedali e a limitare il contagio: per esempio fermandolo sul nascere nelle famiglie», conclude l’esperta.

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