Quarantena, pressing delle Regioni: «Basta limitazioni ai vaccinati». Oggi la decisione del Cts

29 Dic 2021 8:58 - di Mia Fenice
quarantena

Riflettori accesi sulla quarantena Covid e sull’ipotesi di una riduzione per i vaccinati con la terza dose entrati a contatto con un positivo. Per affrontare la tematica è stato convocato il Cts oggi alle 11 mentre il presidente Massimiliano Fedriga ha convocato la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome in seduta straordinaria per le 9.30. All’ordine del giorno della Conferenza delle Regioni la proposta per la ridefinizione di isolamento e quarantena e per la rimodulazione del contact tracing nei contesti ad elevata incidenza.

Come scrive il Giornale, contrario all’azzeramento della quarantena il ministero della Salute. È troppo rischioso secondo i tecnici e gli esperti che dovrebbero dare il via libera invece ad una riduzione a cinque giorni dai sette attuali per chi ha ricevuto tre dosi di vaccino. Difficile che si scenda a soli tre giorni.

Quarantena, parla l’esperto del Cts

«Sono necessarie un’analisi dei ricoveri per capire quanti sono causati da Omicron e una serie di valutazioni sulla capacità di penetrazione di questa variante per arrivare a prefigurare uno scenario», dice all’Adnkronos Fabio Ciciliano, dirigente medico della Polizia, esperto in gestione delle emergenze e componente del Comitato tecnico scientifico.

«È vero che visti i dati dei contagiati da un punto di vista socio-economico c’è il rischio che il Paese si fermi, perché potenzialmente potremmo avere milioni di persone bloccate a casa – sottolinea – È già accaduto per gli aerei che sono rimasti a terra a causa degli equipaggi in quarantena. D’altro canto non si può sottovalutare che c’è un rischio oggettivo perché riducendo la quarantena per i contatti stretti dei positivi si manderebbero in giro persone che potenzialmente possono infettarne altre, compresi i non vaccinati. In questo caso si potrebbe avere un effetto rebound sui ricoveri».

«La capacità di infezione della variante Omicron è molto più alta e quindi riesce a essere maggiormente intrusiva nella popolazione dei non vaccinati – spiega – È vero che chi ha la terza dose ha quasi sempre una completa assenza di sintomi o una manifestazione sfumata della malattia accompagnata a un’importante riduzione della capacità di trasmettere ma questa importante riduzione della capacità di trasmettere non significa che il virus non si trasmetta».

Quarantena: i governatori

Per il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, «dobbiamo cambiare le regole che valevano per il virus di prima, che si presentava in modo diverso. Credo sia giusto cambiare le regole e privilegiare chi ha completato il ciclo vaccinale e ha rispettato gli inviti che arrivano dal governo e dalle Regioni», dice ospite di e-Venti su SkyTg24. Oggi, tra le proposte che la Conferenza Stato Regioni avanzerà al Cts c’è quella di «togliere o ridurre la quarantena per i contatti dei positivi che hanno la terza dose. Credo – sottolinea – che si possa fare una valutazione sul cambio delle regole per la quarantena. Noi ci atteniamo come sempre alle indicazioni del Cts e della scienza» ma «non possiamo dimenticare le esigenze della vita ordinaria» e della quotidianità «che deve proseguire».

Per il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, è «bene che il Comitato Tecnico Scientifico stia valutando di ridurre a cinque giorni la quarantena per chi ha fatto la terza dose di vaccino anti Covid. Ma se non vogliamo ritrovarci con metà degli italiani isolati in casa, dobbiamo cambiare le regole in fretta e ripensare anche alle quarantene per i contatti dei positivi. Non possiamo rischiare di bloccare un Paese intero».

«Noi siamo d’accordo con l’orientamento generale dei colleghi presidenti delle Regione affinché il governo possa rivedere le regole che disciplinano la quarantena. È un fatto di giustizia. Chi si è già sottoposto al vaccino ha il diritto di potersi muovere con maggiore facilità», dice Nello Musumeci intervenendo a Omnibus su La 7. «Sono regole che se non venissero cambiate rischierebbero di bloccare una parte del Paese».

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