Notte prima degli esami, il governo vuole un’altra Maturità dimezzata. Meloni: “Salviamo l’italiano”

19 Nov 2021 16:44 - di Leo Malaspina
maturità

Maturità, t’avessi presa prima, cantava Antonello Venditti. O magari t’avessi presa durante il Covid, visto che per la terza volta si rischia di andare a fare gli esami “dimezzati”, senza prove scritte e di italiano. Musica per le orecchie, per qualche studente, anche quelli che stanno raccogliendo le firme per convincere il ministro Bianchi a prorogare lo stato di emergenza anche a scuola, tra i maturandi. In effetti, secondo quando racconta Repubblica, il governo ha tutta l’intenzione di riproporre un esame di Stato senza prove scritte, come già accaduto negli ultimi due anni: dunque prova orale più tesina da presentare prima dello svolgimento della prova.

La maturità dimezzata per il Covid

I motivi sono discutibilissimi, ora che il peggio, con l’apertura delle scuole, sembra essere passato e le Dad sono poche, rispetto ai due anni precedenti. Ma a quanto pare non si vorrebbe penalizzare chi ha svolto il terzo e il quarto anno per molti mesi in Dad rispetto alla prova finale. Il ministro Bianchi, sempre secondo La Repubblica, vuole rafforzare l’elaborato presentato negli ultimi anni, una tesi su una delle materie prevalenti concordata dallo studente con i docenti. Lo scorso anno l’esame era composto da un elaborato assegnato dal Consiglio di classe allo studente e riguardante una disciplina caratterizzante l’indirizzo di studi e dal maxi-orale in presenza, diviso in quattro fasi. Tra queste vi era la lettura e l’analisi di un testo di letteratura italiana contenuto nel programma dell’anno e una seconda fase con l’approfondimento di un argomento legato all’indirizzo di studio.

La protesta di Fratelli d’Italia: “Si torni alla normalità”

“Fratelli d’Italia chiede al Governo Draghi di far tornare la scuola alla normalità e di reintrodurre le prove scritte alla maturità, a partire dal tema di italiano”, dichiara il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.

“Inaccettabile – afferma – l’ipotesi allo studio del ministro Bianchi di cancellarlo perché parliamo di una prova fondamentale nel percorso didattico e formativo dei nostri ragazzi, che dopo mesi e mesi di Dad faticano sempre di più ad esprimersi nella scrittura. Solo così si potrà dare risalto al merito ed alla valutazione, due pilastri del sistema di istruzione umiliati in questi anni dall’ideologia sessantottina che sta alla base delle scelte disastrose dei ministri Pd e Cinquestelle”.

C’è convergenza tra destra e sinistra

“La pandemia poteva essere per la politica l’occasione di cambiare rotta sulla scuola. Invece non si sono superate le classi pollaio e nella legge di Bilancio sono stati stanziati fondi insufficienti. In questi due anni la scuola ha funzionato grazie all’impegno e al senso di responsabilità del personale scolastico, che si è fatto carico di garantire la continuità dell’attività scolastica (in presenza come a distanza) anche in assenza dei necessari supporti ed degli interventi indispensabili per garantire sicurezza e funzionalità del lavoro svolto”, afferma la capogruppo di Leu al Senato Loredana De Petris, che aggiunge: “Si vocifera inoltre di un altro esame di maturità senza prove scritte, sospese negli ultimi due anni a causa della pandemia. E’ un’ipotesi che lascia molto perplessi, perché non si tratta soltanto di una verifica finale ma di coltivare e mantenere nei ragazzi la capacità di coltivare e mantenere nei ragazzi la capacità di argomentare e di scrivere intorno a un pensiero”.

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