Pensioni, si allarga la lista dei lavori gravosi: chi può uscire prima dal lavoro per scongiurare la Fornero

21 Set 2021 9:43 - di Adriana De Conto
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Lo spinoso tema delle pensioni agita la maggioranza. La guerra su Quota 100 tra Salvini e Letta, i due principali azionisti della maggioranza, indurrà per forza di cose a trovare una sintesi. Cosa non facile, il rischio scalone c’è.  Lo scalone comporterebbe un aumento dei requisiti per il pensionamento di ben sei anni nella notte fra il 31 dicembre 2021 e il 1 gennaio 2022.  Come quello introdotto nel 2011 dal governo Monti. Sarebbe impraticabile e iniquo un ritorno secco a tutte le soglie di pensionamento introdotte dalla Fornero. E’ altamente probabile, pertanto, che si procederà potenziando e rendendo strutturali strumenti  già esistenti, come l’Ape sociale, Opzione donna o i contratti d’espansione.  I primi a “vedere” quella che potrebbe essere la nuova riforma pensionistica saranno i lavoratori con gli impieghi più duri: prende corpo, infatti, l’ipotesi di allargare l’Ape sociale e renderla strutturale come forma per anticipare la pensione dopo la fine di Quota 100 il prossimo 31 dicembre.

Pensioni: cosa cambia per i lavori gravosi: i requisiti

Fu il governo Gentiloni all’inizio del 2018 ad istituire la Commissione sui lavori gravosi. Ora l‘elenco delle professioni “pesanti” è stato allargato da 15 a 57 gruppi e da 65 a 203 mansioni o sottogruppi. L’obiettivo sarà quello di dare la possibilità a più lavoratori di anticipare la pensione a 63 anni con 36 di contributi. Ma solo se avranno svolto quella mansione per sei anni negli ultimi sette; o sette anni negli ultimi dieci con l’indennità “ponte” chiamata Ape sociale (massimo 1.500 euro lordi al mese). L’obiettivo – in vista dell’addio a Quota 100 a fine 2021 – è quello di estendere l’elenco dei lavori gravosi consentendo a più lavoratori di anticipare la pensione usufruendo dell’indennità della cosiddetta Ape sociale. Negli ultimi 4 anni il 61% delle richieste è stato bocciato proprio perché chi lo aveva richiesto non rientrava non nelle mansioni gravose.

Pensioni, Ape Sociale sarà potenziata

Saranno tre gli indici che l’Inail, (Istituto Nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro) ha stilato: frequenza degli infortuni rispetto alla media, numero di giornate medie di assenza per infortunio; e numero di giornate medie di assenza per malattia. Ad esempio, per la fascia dei lavoratori tra 56 e 63 anni escono fuori 108 mansioni “gravose” relative a 26 classi professionali divise in due blocchi: il primo presenta tutti e tre gli indici sopra la media, il secondo due indici su tre. Così facendo, una parte del mezzo milione di lavoratori che rientrano tra i requisiti, quasi mezzo milione di lavoratori, non potranno accedere all’Ape perché occorre avere anche 36 anni di contributi, leggiamo sul quotidiano diretto da Minzolini.

Quali sono i lavori gravosi

“Agli indici Inail si aggiungono poi anche due “mini liste” redatte dall’Inps (definite “codici rossi” e “codici bianchi”) per definire le “mansioni siamesi“: tutte quelle mansioni gravose simili alle attuali e coperte dall’Ape sociale ma fin qui escluse: tra queste compaiono anche gli operatori socio sanitari ma anche i conducenti di bus e tram, insegnanti delle elementari, portantini, forestali, magazzinieri. Sarà compito dell’ Inps fare una sintesi delle tabelle. Nell’allargamento delle mansioni gravose, così come stilato dalla commissione, i “nuovi”  lavori usuranti comprendono:  bidelli, saldatori, tassisti, falegnami;  conduttori di autobus e tranvieri;  benzinai, macellai, panettieri;  insegnanti di scuole elementari, commessi e cassieri;  operatori sanitari qualificati,  magazzinieri,  portantini;  forestali, verniciatori industriali.

 

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