‘Ndrangheta, arrestato in Spagna il latitante Paviglianiti. Ecco chi è il “boss dei boss”

5 Ago 2021 9:36 - di Redazione
'ndrangheta

I carabinieri di Bologna e la polizia spagnola hanno arrestato a Madrid il latitante di ‘ndrangheta Domenico Paviglianiti, 60 anni, “il boss dei boss” come era chiamato negli anni 80 e 90. Come riporta il sito dell’Ansa.it, destinatario di un provvedimento di esecuzione di pene concorrenti per 11 anni, 8 e 15 giorni, Paviglianiti era stato rimesso in libertà nell’ottobre 2019, sulla base di un erroneo calcolo della pena. Aveva lasciato lasciato l’Italia e si era rifugiato in Spagna.

‘Ndrangheta, l’arresto di Paviglianiti

Come si legge su BolognaToday.it, Paviglianiti, verso cui sono contestati i reati di associazione di tipo mafioso, omicidio e associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, è stato arrestato da Polizia Spagnola, Udyco Central, e dai carabinieri del comando provinciale di Bologna, nucleo investigativo, coordinati dal procuratore Giuseppe Amato e dai pm Roberto Ceroni e Michele Martorelli, in collaborazione con Eurojust (Filippo Spiezia) e in raccordo con il Servizio di cooperazione internazionale di polizia.

Come riporta ancora BolognaToday.it, l’arrestato era ritenuto dagli investigatori «elemento apicale dell’omonimo casato ‘ndranghetista, tuttora operante nei comuni di San Lorenzo, Bagaladi e Condofuri (RC) con ramificazioni nel Nord Italia, in particolare in Lombardia, e nel Sud America per la gestione del traffico interazionale di stupefacenti, era già stato condannato all’ergastolo (pena in seguito sostituita in quella della reclusione nella durata di trenta anni) per una serie di omicidi, associazione di tipo mafioso e reati concernenti gli stupefacenti, commessi a partire dagli anni ’80».

Il ruolo del boss

Lo stesso, si legge sempre sul sito di BolognaToday.it, riferiscono ancora gli investigatori,  avrebbe avuto un «ruolo di prim’ordine nel corso della cosiddetta seconda guerra di mafia, allorquando con altre famiglie di ‘ndrangheta della provincia di Reggio Calabria aveva appoggiato la cosca De Stefano nella sanguinosa faida con quella dei Condello».

L’indagine che ha portato a rintracciarlo nasce dal nuovo provvedimento emesso dalla procura bolognese, arrivata dopo un ricorso in Cassazione che ha rilevato il calcolo errato che aveva rimesso in libertà il boss

 

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