Marcinelle, una tragedia da non dimenticare: nelle miniere belghe morirono 500 italiani in 10 anni

6 Ago 2021 12:49 - di Redazione
Marcinelle

Era l’8 agosto del 1956 quando 262 uomini, tra cui ben 136 italiani, morirono intrappolati nella miniera di  Marcinelle, in Belgio. È una delle più grandi tragedie del lavoro che la storia ricordi. Colpa di una gabbia partita dal punto d’invio 975 del pozzo d’estrazione con un vagoncino male agganciato. I minatori in attività sono 274: solo in 12 usciranno vivi da quell’inferno. Il resto è morte: oltre ai 136 italiani, 95 belgi, otto polacchi, sei greci, cinque tedeschi, cinque francesi, tre ungheresi, un inglese, un olandese, un russo e un ucraino. Ma questo si saprà solo il 22 agosto. Fino a quel giorno la speranza si alterna alla disperazione. A porre fine all’interminabile attesa dei familiari, due parole senz’appello pronunciate dai soccorritori: «Tutti cadaveri». La tragedia di Marcinelle rievoca pagine dolorose della storia. La guerra finita da poco aveva spinto il Belgio a lanciare la “battaglia del carbone“.

65° anniversario della catastrofe di Marcinelle

L’obiettivo è evitare il ricorso alla manodopera straniera. Ma ben presto ci si rende conto comprende che non è possibile. Arrivano, dunque, gli stranieri. Un tempo, prima della guerra, arrivavano a frotte dall‘Est Europa. Ma ora lì è calata la Cortina di ferro. Il Belgio si rivolge così all’Italia. Il protocollo di intesa tra le due nazioni è del 23 giugno 1946.

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