Denise, l’1 settembre di 17 anni fa la scomparsa: candele alle finestre e l’appello di Piera Maggio

31 Ago 2021 19:23 - di Redazione
Denise

Denise scompariva nel nulla 17 anni fa. Era il primo di settembre del 2004 quando della piccola di Mazzara del Vallo si sono perse le tracce. Inesorabilmente. Quelli che ricorrono oggi, allora, sono 17 anni di mistero. Di dolore. Di speranze e di delusioni. Di accuse, processi, sospetti e veleni. Un caso, quello del rapimento e della sparizione di Denise ancora aperto, dal punto di vista giudiziario e investigativo. E ancora vivo nella memoria dell’opinione pubblica coinvolta in un fatto di cronaca che, da subito, ha acquisito per importanza e gravità i connotati di un caso nazionale intramontabile. Una scomparsa per cui si sono mobilitati forze dell’ordine, magistrati, politici, sacerdoti e semplici cittadini.

Denise, 17 anni fa la scomparsa

E allora: «Accendiamo una luce di speranza per Denise» è ancora oggi – anzi, più che mai – l’appello postato sui social da Piera Maggio, la mamma di Denise Pipitone, sparita nel nulla il primo settembre del 2004 a Mazara del Vallo, nel Trapanese, quando non aveva solo 4 anni. In occasione del 17esimo anniversario della scomparsa, don Davide Chirco, responsabile del Seminario vescovile della Diocesi di Mazara del Vallo e del Servizio di pastorale, ha promosso un’iniziativa: un lumino o una candela sul davanzale della propria finestra per non dimenticare. E adesso mamma Piera rilancia. «Fate una foto e postatela sui social con l’hashtag #17annisenzaDenise».

Il sindaco: «Mazzara non dimentica»

Perché «Mazara non dimentica», dice all’Adnkronos il sindaco Salvatore Quinci, che domani, alle 11 nella sala La Bruna del Collegio dei Gesuiti, incontrerà i genitori di Denise: mamma Piera e Piero Pulizzi. Insieme al legale della famiglia, l’avvocato Giacomo Frazzitta. «Li incontrerò per testimoniare che la speranza di riabbracciare Denise è ancora viva». Nessuna iniziativa pubblica, ma un appuntamento «volutamente riservato», spiega il primo cittadino. Perché «siamo piombati in zona gialla. E per via dell’alto numero di contagi, abbiamo preferito non creare occasioni di assembramento». Ma, tiene a sottolineare, anche perché «questa vicenda ha avuto negli ultimi mesi un’attenzione straordinaria. Sono certo che nonostante la crisi pandemica non consenta un evento con centinaia di persone in piazza, l’intera città domani si stringerà simbolicamente attorno alla famiglia di Denise, segnata da un dolore che dura ormai da troppo tempo».

L’appello di Piera Maggio per la verità

Poi l’appello. L’ennesimo. «Chiediamo a tutti coloro che sanno di parlare. Di fornire ogni elemento utile alle indagini. Perché nonostante i tanti anni trascorsi dal quel primo settembre, Mazara non dimentica, oggi più che mai». Nei mesi scorsi sul grosso centro del Trapanese sono piombate le accuse di una città omertosa. “La stragrande maggioranza dei mazaresi è in attesa che si faccia luce su questa storia drammatica. C’è una città che in questi ultimi mesi ha capito meglio lo stato d’animo di Piera Maggio ed è più vicina oggi che qualche anno fa al suo dolore. Una città che è accanto ai genitori di Denise nella richiesta di verità».

Denise, la Procura e le nuove indagini sul caso

Una verità che oggi forse appare più vicina da raggiungere. La Procura di Marsala, infatti, è tornata a indagare sulla sparizione della piccola Denise. Partendo proprio dai luoghi in cui tutto è iniziato 17 anni fa. Quella strada in via Domenico La Bruna dove la piccola stava giocando poco prima di essere inghiottita nel nulla. E ancora: la casa in cui viveva Anna Corona, ex moglie di Pietro Pulizzi, il padre biologico di Denise, e madre di Jessica, sorellastra della piccola, processata e assolta dall’accusa di aver sequestrato la bambina. Nei mesi scorsi nella palazzina di via Pirandello sono tornati i carabinieri per un’ispezione che, però, non ha dato l’esito sperato.

Gli elementi al vaglio degli inquirenti

Al centro dell’attenzione degli investigatori vecchi testimoni. Personaggi già al centro delle indagini, come Anna Corona. Ma anche nuovi elementi. Come il giallo sulla firma il giorno della scomparsa di Denise sul registro delle presenze dell’hotel in cui la donna lavorava. Corona ha sempre detto di essere stata in servizio nei minuti in cui Denise spariva nel nulla: 15.30 c’è scritto sul foglio delle presenze nello spazio riservato all’orario di uscita e accanto la firma. Su quella firma adesso bisognerà fare luce. E non solo su quello...

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *