Scuola: classi pollaio, Dad a singhiozzo, contagi, prof senza direttive. E Bianchi pensa al sesso

9 Lug 2021 17:34 - di Elsa Corsini

È ora di andare avanti, se ne parla da quando ero piccolo io“. Così il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi a proposito della rivoluzione del secolo. Quella che farà ripartire la scuola italiana. Tornare al merito, privilegiare la formazione. Garantire sbocchi professionali alle eccellenze. Fermare la fuga dei cervelli. “Andare avanti”. Benissimo. Ma da dove ripartire? Dall’educazione sessuale, neanche a dirlo.

Scuola al collasso e Bianchi pensa all’educazione sessuale

Per il successore della Azzolina, che per sua ammissione non è Harry Potter, la priorità del mondo dell’istruzione è quella di “educare tutti noi agli affetti. E c’è ovviamente una parte fondamentale di sesso. Che è una parte della nostra vita, e quindi sta dentro all’idea che a scuola stiamo formando i nostri ragazzi alla vita”. A parte la banalità del sesso come dimensione fondamentale dell’esistenza, Bianchi si esibisce in un clamoroso autogol. Che mette a nudo la sua inconsistenza. Davanti ai mille problemi di cui soffre la scuola italiana il titolare di viale Trastevere si concentra sull’affettività.

Un assist al ddl Zan. La scuola in presenza può aspettare

Classi pollaio? Organici insufficienti? Edifici fatiscenti? Ritorno in presenza dopo un anno e mezzo di Dad a singhiozzo? Contagi ed emergenza vaccinazioni?  Quisquile. Quello che serve è l’educazione sessuale tra i banchi. Un vecchio pallino della sinistra, tornato di moda con il ddl Zan, che tra l’altro prevede l’introduzione dell’educazione gender a scuola. Un assist ai compagni di partito? Forse. A pensar male si fa peccato ma qualche volta ci si azzecca. Di sicuro il ministro di provata fede dem arranca. E preferisce spostare la palla in tribuna.

“Non sono Harry Potter, non ho poteri magici”

Non sono Harry Potter né Albus Silente. Non ho i poteri magici”, ha risposto con una certa supponenza a una povera mamma. Che ha osato chiedeva di risolvere il problema delle classi troppo affollate. E poi siamo proprio sicuri che l’educazione all’affettività, come si chiama nel gergo politicamente corretto, sia compito dei prof? È proprio necessario che la scuola mette il becco nell’intimità degli studenti? Non sarebbe meglio che di una sfera così delicata da maneggiare continui a occuparsi la famiglia? La pensa così Fratelli d’Italia. Che, insieme all’associazione Pro Vita, ha rispedito al mittente la proposta ministeriale.

Fratelli d’Italia: non è compito del Ministero

“Noi crediamo che di questi temi di cui non si devono occupare né Bianchi, né il Ministero. Perché di esclusiva competenza dei genitori e delle famiglie”. Così Paola Frassinetti ed Ella Carmela Bucalo, responsabili Istruzione e Scuola del partito di Giorgia Meloni. “Il compito del ministro e del Ministero è lavorare affinché la scuola riparta in sicurezza. Venga scongiurato l’incubo della Dad. E risolti i problemi strutturali del sistema scolastico”. Insomma l’educazione al sesso e agli affetti non è compito del ministro Bianchi.  Che farebbe meglio a sbrogliare le matasse sul tappeto senza trincerarsi dietro il più abusato degli alibi. “Sono qui da 5 mesi e ho ereditato trenta anni di problemi”. Progetti di liberazione sessuale, un po’ stile Woodstock, non dovrebbe essere in cima all’agenda ministeriale. A meno che non abbia la missione segreta di preparare il terreno all’introduzione dell’ideologia Zan.

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