Draghi: la finale degli Europei non si disputi a Londra, in quel Paese i contagi crescono

21 Giu 2021 20:17 - di Redazione
Draghi

“Mi adopererò perché la finale” degli Europei non si disputi, come previsto, a Londra, “in un Paese dove i contagi stanno crescendo rapidamente”. Lo ha detto il presidente del Consiglio Mario Draghi, rispondendo a una domanda in conferenza stampa a Berlino con la Cancelliera tedesca Angela Merkel. I due si sono incontrati in vista del vertice europeo di giovedì e venerdì. Nella domanda, in particolare, gli era stato chiesto se intendesse spostare la finale da Wembley, dove è prevista l’11 luglio, a Roma.

Draghi: la ricollocazione sui migranti prenderà tempo

Draghi ha riferito, inoltre dei suoi colloqui con Angela Merkel a proposito della pressione migratoria e della necessità di ricollocare i migranti. Le discussioni sui meccanismi di “riallocazione” dei migranti in Europa – ha detto – “prenderanno tempo“. Il che significa che pe ril momento la situazione resta com’è, cioè del tutto sfavorevole all’Italia.

Con Merkel, afferma Draghi, “abbiamo una vicinanza di vedute sulla dimensione esterna, che significa maggior presenza dell’Ue nel Nordafrica. E non intendo solo Tunisia e Libia, ma anche le regioni del Sahel, il Mali, l’Etiopia, l’Eritrea”.

Più presenza dell’Europa nel Nordafrica

“Occorre che la presenza dell’Ue, economicamente ma anche per l’assistenza tecnica – continua – sia più sentita in questa parte del mondo. Poi ci sono i meccanismi di riallocazione” dei migranti, sui quali “si sta discutendo: i negoziati prenderanno del tempo, ma c’è gran volontà di arrivare ad una visione congiunta e che sia di mutuo beneficio”.

“Tra i temi affrontati con Angela Merkel – continua Draghi – abbiamo parlato anche dei temi che verranno affrontati nel Consiglio Europeo, in particolare la migrazione. E su questo anche dovremo lavorare insieme e aiutarci l’un l’altro”.

“Questa – prosegue Draghi – è la direzione cui i due governi stanno lavorando. Per quanto riguarda la Libia, sosteniamo quello che si chiama il processo di Berlino, con la ministeriale Esteri tra qualche giorno, che dovrebbe vedere un maggiore impegno dell’Ue, non solo dei singoli Paesi, in quell’area”.

“Un impegno che serve a contenere i flussi di immigrazione illegali, ma anche a organizzare la migrazione legale e aiutare questi Paesi a stabilizzarsi, a ritrovare la pace”.

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