“I porti restano aperti”. Il governo Draghi come quello di Conte, rassegnato all’assalto dei migranti

12 Mag 2021 8:55 - di Francesco Severini
porti aperti

Enrico Giovannini, ministro delle Infrastrutture, spiega a la Stampa qual à la linea del governo Draghi dinanzi alla nuova ondata di sbarchi che sta rimettendo in ginocchio l’isola di Lampedusa. E’ la stessa del governo Conte: chiacchiere e pochi fatti, aspettando l’Europa che resta ed è assente da anni rispetto a questo tema.

Giovannini, la linea dei porti aperti non cambia

«La cabina di regia – afferma Giovannini – ha svolto la prima riunione, stiamo ragionando su varie opzioni, ben sapendo che questo è un problema strutturale, che ora diventa più visibile per le condizioni meteo favorevoli. Credo che la Guardia Costiera faccia un lavoro straordinario nel salvare vite umane in mare e questo non è in discussione, è la prima cosa da fare. Poi certo serve un’azione diplomatica, un coordinamento europeo, considerando le diverse variabili nei Paesi di partenza dei migranti e azioni sul nostro territorio».

Draghi fa quello che faceva Conte: subisce la situazione

In realtà di opzioni ce ne sono ben poche: Draghi continua a fare ciò che l’Italia ha sempre fatto. Subìre la situazione. Non gli resta che invocare il ritorno agli accordi di Malta del 2019 che già si sono rivelati fallimentari. A settembre 2020 su 23mila ingressi nel nostro Paese i ricollocamenti in altri paesi europei sono stati solo 689.

Giovannini: bisogna salvare le persone

Quello che è chiarissimo è che i porti resteranno aperti. «Ci sono chiare norme vigenti – afferma Giovannini – ancora più importanti da rispettare in epoca di Covid: bisogna salvare le persone e metterle in sicurezza dal punto di vista sanitario. Ma ci sarà una sintesi politica complessiva, che spetta al presidente Draghi e al governo nella sua collegialità».

Sulla Tav non ci sono ripensamenti

Giovannini assicura anche che non ci sono ripensamenti sulla linea ad alta velocità Torino-Lione nessun ripensamento. «L’opera è in esecuzione – risponde il ministro – sulla tratta europea c’è un accordo definito e approvato dal Parlamento. Sulla tratta nazionale serve la progettazione e il dibattito pubblico, così da ragionare sul tracciato e sulle opere compensative, coinvolgendo i cittadini. Più in generale, l’alta velocità ha cambiato la vita dei territori in cui è arrivata: per questo è fondamentale che anche al Sud ci sia questa opportunità, con il completamento della linea Salerno-Reggio e con la Napoli-Bari».

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