Roma, Calenda: «Ma quali primarie, la verità è che Pd e Conte puntano al candidato unico»

14 Apr 2021 9:56 - di Chiara Volpi
Comunali Roma Calenda

Comunali Roma, Calenda contro tutti: Pd e M5S. Raggi, Conte e finanche Letta. Che, dice il leader di Azione, invoca le primarie: «Ma Pd e Conte puntano al candidato unico». Dopo aver archiviato la stagione grillina di Virginia, fallimentare e indifendibile per i suoi stessi alleati… E così, nel frattempo regna il caos. Quello evocato in un vecchio motto della marina borbonica, che recita: «Facite ammuina». Ossia: fate confusione. Ebbene, sembra proprio che questo antico regolamento domini sovrano in queste settimane a bordo dell’ammiraglia Pd, capitanata da Enrico Letta fresco di nomina a segretario dem. Come sul vascello corsaro del M5s, sempre più dilaniato da divisioni e fronde fratricide. I due partiti di centrosinistra faticano a raccapezzarsi al loro interno e a trovare una sintesi comune. La sinergia è ai minimi storici e pronta a infrangersi contro lo scoglio della candidatura di Virginia Raggi. Un secondo mandato, quello della sindaca grillina uscente, che dopo anni di disastrosa amministrazione capitolina, sta scatenando il caos sia in casa dem, che in quella pentastellata. E che mina le possibilità d’intesa tra i due schieramenti. Ma tra i due litiganti, il terzo: Carlo Calenda, anche lui in corsa per la poltrona capitolina, davvero gode?

Comunali Roma, Calenda contro tutti: Raggi, Pd, M5S

Di sicuro prova ad approfittare della confusione di Pd e 5S e a fare leva sulla situazione caotica e dispersiva in cui versa il centrosinistra. Con Letta che invoca le primarie, a fronte però di un Pd che lavora sottobanco con Conte per far ritirare la Raggi e lanciare un candidato unico. Un progetto a dir poco ambizioso che dovrebbe passare sotto le forche caudine delle correnti dove, ammette lo stesso Calenda, «il trionfo delle truppe cammellate sarebbe elevatissimo». E infatti, il leader di Azione, in un’intervista a La Stampa, in cui parla della sua candidatura a sindaco di Roma, boccia le primarie Pd e sottolinea: «Io ho detto a Letta che sono disponibile in ogni momento a decidere insieme squadra. Deleghe. E programma. Ma ciò – aggiunge guardingo Calenda – a partire dalla mia candidatura, che dopo mesi è l’unica in campo».

Calenda e il trappolone delle primarie Pd

E ancora. Ho detto a Enrico: «C’è un tema che riguarda la classe dirigente locale. Facciamo insieme un’operazione di rinnovamento. Ma con le primarie, ove mai si facessero, il rischio di una spartizione tra correnti è troppo elevato». E pur concordando con Letta sulla necessità di «un’operazione di rinnovamento», proprio nell’indicazione elettorale del candidato da presentare intravede il trappolone. Tanto che Calenda, sempre nell’intervista al quotidiano di Torino, ribadisce: «Sono sei mesi che vengono sconvocate o convocate a seconda dell’opportunità politica… Letta dice primarie: ma il Pd lavora con Conte per far ritirare la Raggi e lanciare un candidato unico. E se ci sarà un loro candidato unico, ovvio che non si faranno»…

Amministrative Roma, tutti contro tutti: Calenda, Pd e M5S

Insomma, anche Calenda s’infila nel caos. Ma teme di non venirne a capo. E infatti rileva: «L’unica cosa che temo di perdere è il tempo e l’attenzione dei cittadini. Non possiamo stare tre mesi ad attaccarci tra noi invece di parlare agli elettori. Come faccio a restare fermo fino a giugno? Finora, gli unici in campo siamo io e la Raggi. Il mio obiettivo è arrivare al secondo turno: perché lì, come dicono i sondaggi, batterei la Raggi di 20 punti. E lo farò con una proposta civica che si rivolge ai cittadini a prescindere dall’orientamento politico».

Impossibile l’accordo sulla Raggi. E tra Calenda e il Pd?

Dunque è impossibile un accordo con il Pd? «Stiamo lavorando a pieno ritmo per costruire una lista civica con persone di grande qualità. Una proposta che parlerà a tutta la cittadinanza. Che punterà su progetti concreti: rifiuti, trasporti, verde. Poi, sempre disponibile al confronto con Letta», dice il leader di Azione. Ma forse più per tenere un posto in caldo e aperto il dialogo a distanza. Un tentativo che finora ha solo alimentato caos… e “ammuina”.

 

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