Roma, in trappola i borseggiatori della metro: venivano da Lavinio. Vietato dire che sono rom

10 Mar 2021 11:06 - di Paolo Lami

Una banda di zingari, sgominata ora dai carabinieri assieme alla polizia romena appositamente arrivata in Italia, ha sfregiato per mesi l’immagine di Roma bersagliando, con abili borseggi di portafogli e oggetti di valore, ignari turisti e cittadini che passeggiavano nel centro della Capitale, che entravano nelle boutique a fare shopping o prendevano incautamente la metropolitana.

Il bilancio della lunga indagine durata cinque anni e denominata “Lost Children”, è di 64 persone indagate, 29 arrestate in flagranza di reato per furto, 54 minori fermati, tra gli 11 e i 17 anni, non imputabili ed riaffidati ai genitori, 6 minori denunciati per falsa attestazione sull’identità personale. Nei notiziari del mattino tutto è stato detto per ricostruire la vicenda, tranne il “particolare” che fossero rom. 

L’attività d’indagine dei Carabinieri della Compagnia Roma Centro si è focalizzata sulle zone centrali della Capitale infestate da bande di giovanissimi zingari dediti ai borseggi contro turisti e cittadini e convinti di essere intoccabili grazie alla giovane età.

Da lì, nel 2017, ha mosso i primi passi l’indagine, denominata “Lost Children”, coordinata dalla Procura di Roma – Gruppo reati contro il patrimonio – e dalla Procura presso il Tribunale per i Minorenni di Roma, avviata già dal 2017, che ha visto le fasi conclusive nelle ultime ore con l’arresto di altre 4 persone colpite da un’ordinanza, emessa dal Gip del Tribunale di Roma.

I reati contestati agli indagati, a vario titolo, sono associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti aggravati, determinazione al reato di persona non imputabile, ricettazione, utilizzo fraudolento di carte di pagamento, false attestazioni sull’identità personale.

Le indagini, condotte dai Carabinieri della Stazione di Roma San Lorenzo in Lucina con l’ausilio della Polizia Romena, giunta in Italia su richiesta del Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia, Sirene, sono scaturite dall’analisi dei numerosi furti, soprattutto di portafogli e cellulari nelle boutique del Centro o a bordo della metropolitana, messi a segno da vere e proprie bande di giovani zingari, di nazionalità romena, in prevalenza minorenni al di sotto dei 14 anni, quindi non imputabili dei reati commessi.

La professionalità con cui venivano rubati gli oggetti di valore alle ignare vittime – fra loro anche turisti stranieri – e il fatto che regolarmente  venivano fornite false generalità per cercare di spacciarsi per minori di 14 anni – ha indotto i Carabinieri a concentrarsi sulla rete degli sfruttatori, che dietro questi giovani e raffinati borseggiatori maturava ingenti guadagni sostenendo economicamente intere famiglie, ufficialmente  nullatenenti.

Le intercettazioni telefoniche e i lunghi pedinamenti nel centro storico di Roma, nelle piazze e i monumenti più rappresentativi, hanno permesso di accertare che erano proprio i genitori e i parenti più prossimi dei giovanissimi zingari a sfruttarli, inviandoli, tutti i giorni, tra piazza di Spagna, piazza del Popolo e al Colosseo a ripulire le tasche delle numerose vittime, sottraendoli anche alla frequenza scolastica.

I Carabinieri della Stazione Roma San Lorenzo in Lucina hanno individuato i ruoli dei diversi indagati, dai reclutatori a chi riscuoteva il denaro, scoperto un canale di ricettazione degli oggetti rubati e le modalità di spartizione dei proventi.

Nel corso dell’attività sono state recuperate ingenti somme di denaro in contante, anche in valuta straniera.

È stata fatta luce su un vero e proprio gruppo criminale, composto da famiglie di zingari di nazionalità romena di etnia rom, tutte legate da vincolo di parentela.

Le famiglie di zingari vivevano sul litorale romano, principalmente a  Lavinio. E da lì ogni mattina, partivano le varie “batterie” di zingari borseggiatori che invadevano il centro capitolino.

Gli zingari della banda, rintracciati in Italia, sono stati arrestati: alcuni sono finiti in carcere, altri agli arresti domiciliari.

Ma alcuni componenti della banda, nel frattempo sono scappati in Romania. Ed ora  sono in fase di cattura da parte della Polizia Romena e del Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia, Sirene.

Commenti

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  • Michelangelo 2 Settembre 2021

    Ci sono voluti 5 anni di indagini per arrivare a questo risultato? Accertato da quali campi partissero bloccare la manovalanza con qualsiasi scusa scuola, riaccompagnare alla famiglia, visite mediche e altro così si bloccava il traffico manolesta