Enrico Mentana travolge Conte e Azzolina: «Una tragedia. E sul Recovery fund non c’è nulla»

11 Feb 2021 12:40 - di Fortunata Cerri
Mentana

Enrico Mentana distrugge Conte e la Azzolina. «L’attenzione del sistema Paese alle nuove generazioni è pari a zero. Sono stati dimenticati i ventenni», esordisce durante la sua Maratona su La7. E ancora: «La Dad ci ha dimostrato che l’attenzione del sistema Paese alle nuove generazioni è inesistente. La Dad è stata la necessità fatta virtù, per quanto è stato possibile, per le medie superiori. Per le università è stata una tragedia. Per un anno sono rimaste chiuse. Ci si è completamente dimenticati di classi di età, cioè i ventenni, che una volta venivano portati in palmo di mano. Per un anno senza l’università, senza la socializzazione, chiusi in casa e poi criminalizzati perché quando si è potuto uscire si andavano a fare un aperitivo».

Mentana: «Avete mai sentito parlare dei giovani?»

Mentana fa riferimento alla polemica che ha travolto i giovani che dopo due mesi di lockdown sono usciti di casa e hanno cercato di ritrovare la loro convivialità. «Tutto questo – dice ancora – fa pensare che non ci sia attenzione alle questioni di fondo.  Voi avete mai sentito parlare dei giovani? Dicono tanto di preservare i posti esistenti, questo avviene sempre a scapito dei nuovi posti. Non voglio creare  divisioni tra genitori e figli o tra generazioni diverse. Ma ad ogni tavolo di concertazione è assente quello che dovrebbe essere in spirito un interlocutore. Cioè chi pensa al lavoro futuro».

«Non c’è nulla sul Recovery fund…»

Mentana poi osserva: «Più si sta seduti fino a 67 anni senza il ricambio, più si escludono classi nuove di età. Perché non essendoci turnover di alcun tipo se non quello del pensionamento si fossilizza la situazione. Questo lo sanno tutti coloro che si occupano di mercato del lavoro. Mentre negli anni ’70 è stato possibile fare questo ricambio, aprire nuovi orizzonti. Oggi non si pensa nemmeno a creare dei grandi contenitori come è successo in altri Paesi in cui si insegna e poi la si fa diventare lavoro la cultura digitale. Si crea qualcosa su cui lo Stato investe e poi allo ritorna. Non c’è nulla di tutto questo nel Recovery Plan nella prima edizione. Chi può tirarlo fuori? Perché le persone sono le stesse di prima. Non possiamo sperare che sia Mario Draghi a fare tutto questo». (GUARDA  VIDEO La7)-

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