“C’è un condannato nella segreteria di De Luca”. Un’interrogazione fa tremare il governatore campano

18 Feb 2021 16:29 - di Luisa Perri
segreteria De Luca

“Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca ha assunto nella sua segreteria un condannato”. Lo denuncia Severino Nappi, fino al 2015 assessore al Lavoro nella giunta di centrodestra guidata da Stefano Caldoro.

A Mastursi uno stipendio da 116mila euro l’anno”

L’attuale consigliere regionale della Lega ha segnalato infatti la gravissima anomalia dell’assunzione di un condannato a capo della segreteria dello stesso De Luca. Forte della legge 39 del 2013 sulle incompatibilità degli incarichi nelle pubbliche amministrazioni, che vieta di assumere come dirigenti chi abbia riportato condanne per reati contro la pubblica amministrazione, anche se non passate in giudicato, Nappi chiede come sia stato possibile che il 22 gennaio 2020 De Luca abbia direttamente attribuito il trattamento economico proprio dei dirigenti, pari a 116.123,54 euro annui, al signor Nello Mastursi. Nappi, che in regione è ormai l’antagonista diretto del governatore, va giù duro. “È strano – dice – che la sua amministrazione, pur costando milioni, non si sia accorta del fatto che la nomina di un condannato è illegittima”.

Chi lavora nella segreteria di De Luca

Nell’interrogazione, Nappi scrive di avere appreso dalla stampa, che il signor Mastursi risulta condannato a un anno e sei mesi di reclusione “per il reato di induzione indebita a promettere”. Peraltro commesso nella medesima veste ora nuovamente ricoperta.

“Appare di materiale evidenza – prosegue l’interrogazione – che il rapporto contrattuale in questione è viziato da nullità insanabile. Con ogni conseguente effetto di legge anche in ordine alla relativa responsabilità contabile, ferma ogni valutazione relativa alla natura dolosa della condotta”. Tuttavia, dalla disamina del ricordato decreto, emerge altresì la circostanza che il provvedimento di attribuzione del trattamento economico a tale soggetto è avvenuto in forza di un atto del Presidente della Giunta regionale. Un organo politico di governo dell’Ente. Tale provvedimento, quindi, si pone a sua volta in insanabile contrasto con i principi fondamentali che regolano l’azione della Pubblica amministrazione, di qualsivoglia ordine e grado. E che fissano un’invalicabile distinzione nelle competenze”.

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