Bibbiano: i bambini ridati alle famiglie. Del processo non si parla più perché il M5S è alleato del Pd

27 Feb 2021 10:08 - di Luisa Perri
Bibbiano

I bambini di Bibbiano sono tutti tornati alle famiglie di origine. Lo si è appreso nel corso della quinta udienza preliminare dell’inchiesta Angeli e Demoni svolta giovedì davanti al Gup di Reggio Emilia.

La revisione di tutti i dossier e tutte le situazioni, una per una, ha confermato quanto denunciato da tempo. I servizi sociali e i consulenti dei comuni della Val d’Enza hanno agito fuori dalla legge. E a Bibbiano è accaduto per anni qualcosa di atroce e scandaloso. Tuttavia, la notizia è passata sotto silenzio. Nessuno ne ha parlato o scritto in tv o sui giornali.

Tutti i bambini di Bibbiano sono tornati a casa

Valentina Salvi, il pubblico ministero dell’inchiesta Angeli e demoni, ha pronunciato parole durissime: «Il ritorno a casa di tutti i minori di Bibbiano è il risultato dello stravolgimento delle valutazioni dei loro genitori, effettuate negli anni dai servizi sociali della Val d’Enza». Questo significa che i fascicoli su quegli allontanamenti sono stati affidati a soggetti diversi dagli assistenti sociali di Bibbiano e dintorni, guidati dall’imputato Nadia Anghinolfi, e diversi anche dagli psicologi del Centro Hansel e Gretel di Moncalieri, fondato dall’imputato Claudio Foti e scelto senza alcuna gara dal sindaco pd della cittadina, Andrea Carletti, per questo a sua volta imputato.

Evidentemente, le nuove perizie hanno dato risultati molto diversi da quelli che avevano giustificato gli allontanamenti sui quali nel 2018 si era aperta l’inchiesta. E il tribunale dei minori di Bologna, che quegli allontanamenti aveva avallato, ha fatto retromarcia. Se è così, rischia di essere una conferma cruciale per l’inchiesta.

La Commissione d’inchiesta fermata da Zingaretti e compagni

In aula, giovedì, il sostituto procuratore Salvi ha anche contestato le eccezioni sollevate nelle udienze precedenti da alcuni degli avvocati degli imputati. Sul fatto che Anghinolfi, Foti, Bolognini e Carletti e gli altri 20 imputati meritino il processo dovrà pronunciarsi il giudice dell’udienza preliminare, Dario De Luca. La decisione arriverà alla fine di aprile. Resta il fatto che, dopo le violente polemiche seguite agli arresti del luglio 2019, sul processo in corso a Reggio Emilia è calato il silenzio mediatico.

Nell’estate 2019, quando era esploso lo scandalo di Bibbiano, il centrodestra e più timidamente il M5s avevano denunciato il sistema degli affidi. Da allora, però, l’asse Pd-M5s-Leu ha paralizzato i lavori. Emblematica la palude che impedisce l’avvio della Commissione d’inchiesta sugli affidi illeciti e sulle case famiglia, la cui legge istitutiva il Parlamento ha approvato all’unanimità il 29 luglio 2020.

La denuncia di Bellucci di Fratelli d’Italia

Sono trascorsi quasi sette mesi da quel voto, ma i presidenti delle due Camere, Maria Elisabetta Casellati e Roberto Fico, non hanno mai convocato la prima riunione della Commissione perché il Pd non ha indicato i nomi dei suoi membri.  Maria Teresa Bellucci, deputata di Fratelli d’Italia, il 23 febbraio scorso in aula, ha ricordato per l’ennesima volta ai suoi colleghi e al presidente Fico, il vergognoso immobilismo della Commissione d’inchiesta sulle case famiglia e sugli affidi.

«Nulla è cambiato – ha denunciato l’esponente di FdI – in Italia c’è un’emergenza minori e il tema dell’infanzia negata, come evidenziato dall’ultima inchiesta portata avanti dalla Procura di Massa Carrara, che ha visto l’arresto di 8 persone fra cui il sindaco di Villafranca in Lunigiana, a conferma dell’esistenza di un drammatico problema di maltrattamenti e abusi sui minori allontanati dai genitori e collocati in case famiglie. Auspichiamo che il presidente della Camera possa raccogliere nuovamente il nostro appello e convocare velocemente la prima seduta di Commissione. Se questo non verrà fatto, non sarò mai complice e ricorderò tutte le settimane in quest’Aula che il supremo interesse dei bambini deve essere dimostrato con leggi che vengono attuate».

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