Palù, Covid e vaccino: alla faccia di bugie cinesi e sgambetti tedeschi, sconfiggeremo virus e varianti

30 Dic 2020 13:15 - di Chiara Volpi
Giorgio Palù su Covid e vaccino

Giorgio Palù a tutto campo: dal Covid al vaccino. Dall’origine del virus alla sperimentazione continua delle sue cure. Passando per i temi delle dosi di vaccino disponibili e fino alla indisponibilità di chi rifiuta di immunizzarsi, in un’intervista a Il Foglio il virologo, presidente dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), affronta l’inesauribile tema “pandemia”. E, soprattutto, i satelliti che ruotano intorno al pianeta virus che, dal vaccino all’origine del genoma, passando per cure farmacologiche e dubbi No vax sulla prevenzione, rappresentano il vero vulnus del momento. Un momento di caos e di sfiducia nei confronti di chi, pianeta e satelliti, è chiamato a monitorarli e gestirli…

Giorgio Palù su Covid, vaccino e origine del virus

Dunque, con flemma professionale e calma britannica, Palù interpellato innanzitutto sull’origine del virus nell’intervista spiega: «Da virologo posso dire che non sapremo mai se il virus sia naturale o abbia subìto manipolazioni artificiali. Oggigiorno è possibile alterarne il genoma con forbici molecolari senza lasciare traccia, ma basta anche mantenere a lungo il virus in colture cellulari per selezionare nuove mutazioni. Ogni ipotesi, quindi – aggiunge l’esperto – resta sul tappeto». Concludendo sulla vexata quaestio che, comunque: «Per quanto riguarda la denominazione del virus, che questo virus sia cinese ce lo hanno detto i cinesi lo scorso gennaio. E, ancor prima, il dottore Li Wenliang che lanciò l’allarme a Wuhan già nel tardo autunno del 2019. Il politically correct non mi appassiona: l’origine di questo virus è certamente cinese».

Sul vaccino: «I dati non escludono la sua efficacia sulla variante inglese»

Non solo. Sgomberando il campo da inutili polemiche e timori striscianti, sull’argomento “varianti del virus” in  circolazione, Palù sottolinea esaurientemente che: «Finora tutti i vaccini testati sono risultati efficaci contro le numerose varianti del Covid. E non esistono dati clinici da cui risulti che quella inglese non sia neutralizzata. Abbiamo la fortuna di poter contare su una tecnologia così duttile che, nel giro di una o due settimane, potremo produrre un nuovo vaccino. O usare miscele di anticorpi neutralizzanti». Per quanto riguarda la durata dell’immunizzazione, invece, il virologo al Foglio spiega che «la biologia del Sars-CoV-2 la conosciamo soltanto dallo scorso gennaio». Ma che, comunque, «si presume che la risposta immunitaria durerà da nove a dodici mesi». Anche se, aggiunge in calce nell’intervista rilanciata dalla Adnkronos, «molte cose le impareremo sul campo».

E sugli anticorpi monoclonali…

In prospettiva, poi, ci sono anche gli anticorpi monoclonali. Riguardo ai quali Palù, facendo riferimento alla linea di confine che separa cura e immunizzazione dal virus, spiega: «I monoclonali sono un medicinale che viene somministrato contro un’infezione già in atto. Il vaccino serve invece a prevenirla. L’Aifa è aperta ad avviare uno studio controllato. Saranno un’arma importante se si confermeranno i dati di efficacia sinora pubblicati. L’Fda « aggiunge Giorgio Palù – li ha autorizzati in via emergenziale. In attesa del parere dell’Ema, potremmo avviare la sperimentazione con vari tipi di monoclonali». Una conclusione sul tema che apre alla speranza e alla fiducia sul corso di studi avviato sul Covid e sulle sue tante derivazioni…

Giorgio Palù (Aifa): «Le dosi di vaccino per l’Italia sono sufficienti per 100 mln di italiani»

Ma dopo la divagazione sul tema “monoclonali”, il virologo torna a centrare nel suo mirino vaccino e polemiche. Specie quelle politicihe che, dallo sgambetto tedesco nella Ue, alle dosi arrivate in Italia, investono in prima linea il nostro governo. Il premier e il ministro della Salute. Proprio su quest’ultimo, allora, Giorgio Palù rileva: «Il ministro Speranza si è assicurato oltre duecento milioni di dosi. Vale a dire, considerando la dose di richiamo, un quantitativo sufficiente per cento milioni di italiani. È chiaro che la Germania è un paese più “vocale”. Si fa sentire di più. E poi vanta 90 milioni di abitanti». Un modo, quello del virologo, elegante ma forse non esaustivo, di giustificare il fatto che la Germania abbia acquistato 30 milioni di dosi fuori dall’accordo definito dalla Commissione di Bruxelles. E che, in occasione del fatidico Vaccine day, si è procurata 156.000 dosi, a fronte delle 9.750 messe a disposizione di ciascun paese europeo.

La campagna vaccinale e l’agognata immunizzazione di gregge

Infine, per quanto riguarda la campagna vaccinale, Palù continua a rimanere nel recinto degli annunci ufficiali di governo. E rileva: «Resto ai tempi ufficiali disegnati dal ministro della Salute Speranza e dal commissario Arcuri. Si prevede che entro settembre si saranno concluse tutte le fasi di approvvigionamento. Distribuzione e somministrazione. Raggiungendo una immunità di gregge intorno al 70%». Ma allora, come si risolve il gap dei No Vax? Anche su questo, il virologo risponde nell’intervista de Il Foglio, sostenendo: «Sull’obbligo per il vaccino anti Covid lascerei la scelta ai giuristi. Ma – aggiunge subito – vorrei ricordare due elementi: l’obbligo vaccinale esiste già per i bambini sulla base dei rischi accertati per la comunità di certe malattie e per tutelare la salute di persone ancora non autosufficienti per decidere se vaccinarsi o meno.

Giorgio Palù sull’obbligatorietà della vaccinazione? «Si risolverà col buon senso»…

In secondo luogo – prosegue Palù – in paesi come gli Stati Uniti, non puoi lavorare in ospedale se non certifichi la vaccinazione. Immagino che, con un po’ di buon senso, la questione si risolverà richiedendo la vaccinazione per chi svolge una professione sanitaria o di servizio pubblico, pena l’esclusione dall’attività». Per Palù, inoltre, l’adesione alla campagna vaccinale ci sarà. Del resto, sottolinea l’esperto, «mai nella storia della medicina un vaccino è stato realizzato in tempi così ristretti. Si è accelerato senza nulla trascurare o concedere alla rigorosa osservanza di tutti i criteri per garantirne la sicurezza. Mai come questa volta il desiderio di vaccinarsi è grande. Lo abbiamo visto con la domanda di vaccino antinfluenzale… Perciò penso che raggiungeremo tranquillamente l’immunità di gregge», chiosa il virologo. Rassicurando tutti su tutto: sicurezza, tempi e lotta al virus e pandemia.

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