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Strage di Bologna Lucarelli

Strage di Bologna, su Ignota 86 il “giallo” di Lucarelli non convince. Come al solito

Cronaca - di Massimiliano Mazzanti - 30 Novembre 2020 - AGGIORNATO 1 Dicembre 2020 alle 08:20

Strage di Bologna, riceviamo da Massimiliano Mazzanti e pubblichiamo
Francamente, sfugge il motivo per il quale, sulla vicenda di Ignota 86, fosse importante o anche solo interessante conoscere il parere di Carlo Lucarelli. Sulla Strage di Bologna, infatti, sono anni ormai che lo scrittore manifesta idee perfettamente allineate alla “vulgata” giudiziaria.  Con un ossequio alle sentenze “passate in giudicato” per lo meno curioso, visto che il personaggio, su altre vicende, non manifesta altrettanto rispetto per i pronunciamenti della magistratura (Ustica, Pasolini, ecc.).
Intervistato dal Corriere di Bologna, il Nostro non ha avuto esitazioni nel tentare di “ridimensionare” la portata dell’intervista a Gabriella Negrini, alla quale – e ci mancherebbe altro – pur accorda credibilità. In sintesi, secondo Lucarelli, gli esami del dna che dovrebbero confermare l’esistenza di una 86esima vittima si dovrebbero fare, sì, ma solo se c’è l’accordo dell’Associazione familiari delle vittime; cioè, di Paolo Bolognesi, notoriamente contrario all’ipotesi; in secondo luogo, se fosse confermata l’esistenza di un’altra vittima, Lucarelli non crede che questo significherebbe automaticamente che gli attentatori non fossero i Nar già condannati.

Strage di Bologna: le “vulgate” di Carlo Lucarelli

In terzo luogo, che l’eventuale dispersione dei resti di Maria Fresu e della vittima sconosciuta sarebbero da attribuire, eventualmente, all’incuria delle concitate ore post-esplosione e non a depistaggi, poiché non sarebbe “credibile” che fosse stato effettuato un inquinamento della scena del delitto così a ridosso dell’evento. Tesi già ascoltate nelle more del processo a Gilberto Cavallini, ma che illustrano solo l’insulsaggine di certo modo di ragionare. In primo luogo, perché non è certo Bolognesi la prima persona a cui si dovrebbe chiedere di indagare su Ignota 86: prima di lui – e/o anche contro un suo eventuale parere negativo – ne avrebbero ben diritto i familiari della Fresu e gli attuali imputati per la strage del 2 agosto.
Poi, se è logico asserire che l’esistenza di una 86esima vittima non significa automaticamente che le sentenze già emerse siano sbagliate; è altrettanto logico, se non di più, desumere da questa realtà che si è tentato di tener nascosta per quarant’anni il fatto che questa vittima misteriosa abbia giocato un ruolo fondamentale nella vicenda. Tanto più che, al Corriere di Bologna, la Negrini non ha affatto ammesso la “confusione” dell’Istituto di Medicina Legale nelle ore successive alla strage, come cerca di far intendere Lucarelli nella sua intervista di commento; ma ha confermato che qualcuno tentò di nascondere per molti giorni l’esistenza del volto di Ignota 86 tra i resti umani ritrovati alla stazione e giunti all’obitorio.

Quello che  non torna nella ricostruzione

Se non è un indizio di depistaggio, questo… Infine, la “favoletta” del “non era possibile organizzare il depistaggio” già negli istanti successivi all’esplosione. Ora, come tutti ben ricordano, solo ora che rischia di finire concretamente alla sbarra, Paolo Bellini viene indicato come ulteriore “esecutore” della Strage. Ma già durante il processo Cavallini – come ben testimoniano i giornali degli ultimi due anni – venne ipotizzato proprio dall’associazione familiari e dal pool di legali che questa ha messo in campo, che Bellini e altri “spioni deviati”, la mattina del 2 agosto ’980, fossero lì presenti per depistare ciò che i Nar avrebbero dovuto compiere.
Tanto è vero che, altrimenti, sarebbe difficile spiegare la presenza sulla scena del delitto dello stesso Bellini a diverse ore dall’esplosione: cioè, nell’orario a cui è riferibile il filmato che lo ritrarrebbe in piazza delle Medaglie d’oro. Dunque, anche per Lucarelli, i depistatori potrebbero essere stati già presenti alla stazione, sì, ma solo per proteggere Valerio Fioravanti e complici; altrimenti l’ipotesi, se riferita ai terroristi di Carlos, diventa “non credibile”. E Lucarelli sarebbe un “grande giallista”?

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di Massimiliano Mazzanti - 30 Novembre 2020

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È il quotidiano on line della destra italiana: fondato a Roma nel 1952, nel 1963 divenne l’organo di partito del Movimento Sociale Italiano – Destra Nazionale e nel 1995 di Alleanza Nazionale. Nel 2009 è stato uno dei quotidiani del Popolo della Libertà. Attualmente è organo della Fondazione Alleanza Nazionale.
Registrazione Tribunale di Roma n. 16225 del 23/2/1976
ISSN 2499-7919
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