“Il coronavirus è una malattia normale”: il geriatra Bernabei spiega coma stanno davvero le cose

6 Nov 2020 16:35 - di Adriana De Conto
Bernabei

Il geriatra Roberto Bernabei, nonché membro del Comitato tecnico scientifico, ha spiegato con chiarezza e fuori da ogni “competizione” tra esperti  come stanno davvero le cose sul coronavirus. Un intervento fuori dal coro che nel corso di “L’aria che tira” su La7 ha effettivamente risposto a molte delle domande che in questi mesi tutti si sono posti. E soprattutto il professor Bernabei ha smontato molte delle credenze diffuse sul covid su cui poggia la gran parte delle misure del governo che stanno conducendo il Paese alla quasi  paralisi.   “Se questa malattia fucila i vecchi è una cosa molto grave, naturalmente. Però è, come dire, una malattia normale… Le malattie infettive purtroppo aggrediscono i più fragili”, specifica il professore. Daranno del negazionista anche a lui?

Coronavirus: “Ecco chi muore e perché”

“Questa malattia è molto semplice – esordisce  Dalla prima settimana di marzo all’ultima settimana di ottobre l‘età media dei morti è stata sempre di 82 anni. Per morire di questa malattia devi avere più di 80 anni e tre malattie associate: le più frequenti sono diabete, ipertensione, cardiopatia ischemica, fibrillazione atriale e insufficienza renale, questo è il cocktail”. Certo, sapere in quali condizioni di rischio si è, aiuta ad essere prudenti. Soprattutto perché evita isterismi e paure in chi o per età o per assenza delle patologie  citate può difendersi dal maledetto Covid con lucidità e buon senso. “I nostri padri erano abituati a vite più dure, difficili – prosegue Bernabei –  in cui anche lì la morte era una protagonista. Noi figli ci siamo abituati al fatto che la scienza cura tutto, il governo deve essere impeccabile e i medici sono dei piccoli stregoni. Non è così, ripartiamo dalla normalità. Questa malattia ammazza prevalentemente gli anziani”.

Bernabei: “Non più grave di altre malattie”

Bernabei porta in diretta i numeri: “Il 30 per cento dei contagi vanno dagli anni o ai 40. Il 40 per cento dai 40 ai 70 anni e il 30 per cento da 70 in su”. Però – e qui risiede il succo del discorso – “questo 30 per cento fa il 90 per cento dei morti“. Motivo per cui – è questo il suo messaggio – non ci si può stupire dell’alta letalità del virus. In sostanza, conclude, “è una malattia normale. Non è molto più grave delle altre malattie infettive: ha una mortalità che è 5 volte quella dell’influenza, non 50”. Domanda:  “Ma è possibile che il mondo si fa mettere in ginocchio da una malattia che il professore considera normale? A domanda ha risposto: “Eh sì, abbiamo perso il senso, è come un’ondata di calore”. Aveva detto in passato: “Ne usciamo solo tutti insieme usando le giuste cautele: se stai male stai a casa monitorato dal tuo medico di base. Chiami il 118 solo se il saturimetro, che costa 30 euro ed è di semplicissima esecuzione, indica saturazione sotto il 92% e vai in ospedale solo se scatta la polmonite”.

 

 

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