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Chirico contro la Capua

Chirico contro la Capua: giù le mani da cinema e teatri, non siano centri per vaccinazioni di massa

Cronaca - di Chiara Volpi - 21 Novembre 2020 - AGGIORNATO 22 Novembre 2020 alle 09:58

Se a molti la proposta di Ilaria Capua di sfruttare le grandi sale di cinema e teatri in lockdown trasformandole in centri di vaccinazione contro il Covid, ad Annalisa Chirico l’idea della professoressa in trasferta a Miami fa letteralmente inorridire. Il mondo della cultura, pesantemente penalizzato dalle restrizioni imposte a suon di Dpcm dal governo. In crisi da tempo e che, con le chiusure dettate dalle norme di prevenzione, hanno subito il colpo di grazia, entrano nuovamente nel mirino: stavolta grazie all’idea di Ilaria Capua di trasformare le sale dell’intrattenimento culturale e spettacolare, in grandi ambienti Covid destinati nell’ottica delle vaccinazioni di massa, ad accogliere le persone e conservare le fialette vaccinali. È

La Chirico contro la Capua

Annalisa Chirico legge della proposta avanzata dalla Florida dalla professoressa Capua, direttrice dell’UF One Health Center, e non riesce a credere ai suoi occhi. Commentando sul suo sito e dai suoi canali social: «Che proposta è? Li trasformiamo in presidi para-ospedalieri?! Ormai fanno a gara a chi la spara più grossa. La cultura è un’industria nazionale da far ripartire: attori, registi, maestranze devono poter lavorare nel rispetto dei protocolli di sicurezza». Un dissenso, quello della giornalista, rilanciato con titoli e didascalie che la dicono lunga, riassumendo la replica in un esaustivo titolo: «Capua e i cinema per vaccinare, Crisanti in versione NoVax, gli scienziati dovrebbero occuparsi di scienza»… Una enunciazione che stronca le posizioni degli esperti e rispedisce al mittente proposte e dichiarazioni rilasciate dagli esperti nelle ultime ore.

L’esperta propone di trasformare cinema e teatri in presidi vaccinali

Una bocciatura a tutto campo, quella della Chirico, apertamente contro la ricetta illustrata dalla Capua per dare una “nuova vita” a spazi in disuso. Un’idea che, per la verità sta dividendo anche gli esperti. Una nuova vita che passerebbe per la morte definitiva –ora solo apparente – di un intero settore già in crisi. Un mondo sceso di piazza ancora pochi giorni fa per denunciare lo stato dell’arte. E reso agonizzante dagli ultimi Dpcm. Un intero comparto che, secondo la dottoressa in Florida, dovrebbe sacrificarsi ulteriormente e destinare i suoi spazi, oggi drammaticamente vuoti, ad accogliere le migliaia di persone che dovranno essere vaccinate, grazie alla possibilità di offrire ambienti controllati, ingressi e posti a sedere contingentati. Non solo. Grazie a come strutturati e abituati a lavorare, oltre che diventare all’occorrenza grandi sale d’attesa e di vaccinazione, secondo Ilaria Capua sale cinematografiche e teatrali potrebbero mettere a disposizione energia elettrica sufficiente a conservare i vaccini anche a -70 gradi.

La giornalista stronca la proposta: ecco perché

Insomma, uno scenario a dir poco apocalittico, contro cui la Chirico si scaglia senza se e senza ma. Ribadendo la necessità di contrastare la tendenza tanto in voga a trasformare la vita quotidiana in un perenne protocollo di sicurezza. Oltre che rilanciando l’sos dell’industria dell’arte e della cultura, già pesantemente danneggiata. Che, e non solo a detta di Annalisa Chirico, non può continuare a tenere chiusi i battenti. E i cui ingranaggi, al contrario, dovrebbero essere subito oliati e messi in condizione di far ripartire la macchina culturale parcheggiata dall’esplosione del Covid in poi.

 

 

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di Chiara Volpi - 21 Novembre 2020