Brunetta fa un monumento a Di Maio. Salvini: «Campo lo stesso, non faccio lo psicologo»

29 Nov 2020 11:21 - di Gianluca Corrente
Brunetta Di Maio

Lancia un’altra sassata e finisce nella bufera. Renato Brunetta elogia incredibilmente Luigi Di Maio. «Mi chiama il direttore del Foglio, Claudio Cerase», racconta l’esponente azzurro. «Mi chiede di commentare un documento in dieci punti che Luigi Di Maio ha inviato al suo giornale su una serie di proposte politiche. Confesso che non le avevo lette».

Brunetta e i complimenti a Di Maio

«Per simpatia nei confronti della testata, però, accetto», continua Brunetta. «E mi tuffo nella lettura dell’articolo di Di Maio. In alcuni passaggi, quasi non credo ai miei occhi. Sorprendente, brillante, molto vicino ad alcune posizioni di Forza Italia. Mi creda, lungi da me volerla mettere sul piano accademico.  Però sembrava uno dei miei i studenti più preparati. Uno di quelli di cui volentieri avresti fatto il relatore alla tesi di laurea».

«Non si discute, è un leader»

«Un leader, non si discute», aggiunge Brunetta. «Un leader vero. In lui ho visto la fatica che fanno i veri leader, la più gravosa. Quella cioè di rendersi protagonisti della necessaria metamorfosi delle forze politiche che guidano. Ecco, Di Maio sta trasformando un movimento caotico in un partito strutturato e responsabile. E queste imprese non le raggiungi se non sei un leader», conclude Brunetta.

Salvini: «A Brunetta piace Di Maio? Campo lo stesso»

A stretto giro di posta replica Matteo Salvini. Brunetta elogia Di Maio? «Campo bene lo stesso», risponde. «Mi alzo bene la domenica e lavoro sereno anche senza elogi più o meno interessanti e più o meno autorevoli. Non commento, non faccio lo psicologo». Il leader della Lega lo afferma al Caffè della domenica, condotto da Maria Latella su Radio 24.

La stangata della Maglie

Già nei giorni scorsi contro l’esponente azzurro una stoccata di Maria Giovanna Maglie. «Poi dice che una rimpiange la Prima Repubblica. Sapete  era Renato Brunetta nella Prima Repubblica? Il portaborse del portaborse del portaborse di Gianni De Michelis. Al quale non si vergognò di offrire un incarico di impiegato nella Seconda Repubblica».

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