Toninelli senza vergogna sul Ponte Morandi: «Grazie a me e ai miei decreti siamo qui» (video)

4 Ago 2020 13:53 - di Alberto Consoli
Toninelli

“Merito mio e del mio decreto, se oggi siamo qui”. Delirio puro, delirio Toninelli in televisione. Da non credere. Avevamo uno statista e nessuno se ne è accorto. Persino una tragedia non lo ha fermato. Da poche ore la commozione dell’inaugurazione del nuovo Ponte Morandi  aveva superato ogni polemica prima che l’ineffabile ex ministro delle Infrastrutture non uscisse con una dichiarazione inaccettabile prima che ridicola.  A In Onda su La7, il programma di David Parenzo e Luca Telese l’ex ministro grillino si gonfia il petto. La ricostruzione del Ponte Morandi, ora Ponte San Giorgio è merito suo, dice . E, di fatto, si intesta tutto il merito, o quasi, per la costruzione a tempo record:

Toninelli al delirio

“Lo Stato ha fatto il proprio dovere. Senza il mio decreto non saremmo qui”, afferma Toninelli. Si lancia nel consueto attacco scomposto a Matteo Salvini: “Anche Paperino avrebbe gestito meglio Autostrade dei Benetton – premette -. Personalmente volevo la revoca, ma con Salvini non è stato possibile”, aggiunge. Durante un incontro con alcuni membri del M5S sotto al nuovo ponte Genova San Giorgio ha ancora rivendicato i suoi meriti. “Se siamo arrivati a questo punto è anche grazie a me e a Conte -ha ribadito – abbiamo lavorato anche quando gli sciacalli attaccavano volendo far credere che non ce l’avremmo mai fatta”. Quando si dice sciacalli… Toninelli sui trova bene nel suo delirio agostano. Dimentica grossolanamente il lavoro del presidente della Liguria Giovanni Toti, e del sindaco di Genova, dando in pasto ai telespettatori una bugia, una spacconata degna di un bullo. Nessuno osa contraddirlo, tanto a che serve?

Infatti lo stesso Telese interrompe Toninelli e gli pone una domanda diretta: «Ma insomma, sta dicendo che è merito suo se il Ponte Morandi è stato ricostruito  in tempi lusinghieri?».  Tenta di fare il modesto: «Non è mio costume incensarmi, ma è la realtà». Che qualcuno lo fermi.

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