La Guerra d’Etiopia oltre Montanelli: nella casa del Duce a Predappio la mostra “Badoglio telegrafa”

19 Giu 2020 14:17 - di Luciana Delli Colli
guerra d'etiopia

Ci sono le divise delle truppe coloniali, le foto e i documenti dell’epoca. C’è soprattutto un ampio percorso di ricostruzione storica che contribuisce a restituire il quadro di cosa fu la Guerra d’Etiopia, in termini storici, politici e militari. È la mostra “Badoglio telegrafa – Il sogno africano dell’Impero, 1935-1936”, che si apre domani a Predappio, nella casa natale di Mussolini, e che andrà avanti fino al 30 agosto.

Quando l’Italia si immaginava impero

Forte di 23 sezioni, 253 immagini e quasi un centinaio di oggetti arrivati da istituzioni e collezionisti italiani, la mostra disegna un percorso documentario di straordinario interesse, soprattutto ora che l’affaire Montanelli ha riacceso i riflettori su quell’esperienza con cui, ormai 85 anni, l’Italia si immaginò impero. Curata da Franco D’Emilio e Franco Nanni, che hanno rinunciato al compenso per sostenere le iniziative del Comune di Predappio contro l’emergenza Covid, la mostra si giova del contributo di pezzi che arrivano dall’Archivio Centrale dello Stato; dall’Archivio Storico del Corriere della Sera; dalla Collezione Storica Franco Nanni di Predappio; dall’Associazione Culturale “Garbatella ’44” di Roma; dall’Istituto Geografico Militare e da numerosi collezionisti.

La Guerra d’Etiopia vista da vicino

Attraverso questa mole di oggettistica e documenti i curatori hanno voluto ricostruire “senza reticenze, tutti gli aspetti della Guerra d’Etiopia, quale unica guerra interamente fascista”. Percorrendo le 23 sezioni si scoprono così l’esaltazione per la vittoria e la successiva preoccupazione per i suoi costi; la straordinaria impresa logistica che fu compiuta, trasferendo in Africa un vasto contingente di uomini, armi, mezzi blindati e di trasporto, e l’impatto con una terra tanto distante.

Il ruolo degli italiani in Africa

“La mostra mette in rilievo il carattere di disparità tra italiani ed abissini; analizza il ruolo civilizzatore svolto dagli italiani; l’incisività della propaganda del regime; l’effetto di ritorno della Guerra d’Etiopia sulla pubblicità commerciale, sulla musica e sulla canzone italiana”, spiega D’Emilio, sottolineando che la rassegna analizza anche il tema del rapporto tra fascismo e razzismo. E chissà che non serva a fare anche un po’ di chiarezza sulle pagine più discusse e controverse di quell’avventura. Che oggi tornano di prepotenza nel dibattito italiano a causa delle crociate anti Montanelli.  

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