L’intuizione di Tatarella, il coraggio di Berlusconi: così nacque la destra di governo

12 Mag 2020 11:46 - di Maurizio Gasparri
Tatarella

Era l’11 maggio 1994. Guidavo il Secolo d’Italia e ricordo l’editoriale che scrissi per annunciare la nascita della destra di governo. Si formava il primo governo Berlusconi. Pinuccio Tatarella diventava vice presidente del Consiglio e ministro delle Poste e delle telecomunicazioni. Un ministero che poi venne abolito e successivamente ricostituito, e che io stesso guidai nel 2001. Gli eventi in quella fase storica si susseguirono in maniera rapidissima e ricordo che non fu senza travaglio che arrivammo a quel giorno. Temevamo anzi, con la nuova legge elettorale e il maggioritario, addirittura di essere cancellati dal Parlamento. Avevamo sottovalutato la spinta elettorale rappresentata da Berlusconi che decise la sua discesa in campo tra l’autunno del ’93 e l’inizio del ’94.

Il timore del maggioritario, la riscossa del ’94

Io stesso, candidato in un collegio maggioritario della periferia di Roma, non prevedevo che quei collegi sarebbero stati vincenti. Invece l’ondata innegabilmente innescata da Berlusconi fu travolgente. La destra è andata al governo grazie alla sua intuizione e alla nascita di una coalizione che ha subito fasi alterne, ma che dalle regionali del 2000 si è riformata ed è rimasta coesa fino ai giorni nostri. Si compiva un lungo cammino, avviato da Almirante e soprattutto da Tatarella che avevano voluto un cambio generazionale alla guida dell’Msi prima e di An poi, quasi avessero intuito l’arrivo di una nuova stagione.

Tra An e Lega rapporti tormentati

Arrivare al governo non fu semplice. I rapporti con la Lega non furono facili da gestire, Fini diceva che con Bossi non avrebbe mai preso nemmeno un caffè. Ma ricordo che grazie alla mediazione di Maroni per la Lega e di Tatarella per An forse non si risolsero tutti i problemi, ma di certo prevalse una volontà politica che fece superare tutte le indecisioni. Il ruolo di Tatarella fu decisivo. Ebbe quella lungimiranza e quella visione politica che ci fece rimanere tutti con i piedi per terra.

Tatarella aveva previsto la caduta rapido del Berlusconi I

Ricordo, ad esempio, che mi proposi di prendere il suo posto come capogruppo alla Camera, visto che lui sarebbe andato al governo. Con grande saggezza me lo sconsigliò, perché mi disse chiaramente che quel governo appena nato era già destinato a durare poco. Così fu. Non andai a fare il capogruppo ma divenni, con grande soddisfazione, sottosegretario all’Interno proprio per “bilanciare” la presenza di quel Maroni che nel frattempo era diventato ministro. E tutto sommato, ancora oggi faccio un po’ il ministro dell’Interno ombra per certi versi. Ricordo che arrivai al Viminale accompagnato da Vittorio Martinelli sulla sua Punto rossa. I poliziotti neanche volevano farci entrare. Quegli attimi segnano per me il momento in cui datare la nascita della destra di governo fortemente voluta da Tatarella. Si ruppe un pregiudizio. Un missino era arrivato al Viminale non per fare il colpo di Stato, ma per governare l’Italia.

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