Il mistero di Vasari in un carteggio con i grandi dell’epoca. Una ricerca di Cristina Gimignani

7 Mag 2020 15:32 - di Redazione
Vasari

In tempi di coronavirus stare più  tempo in casa potrebbe aiutare a riscoprirsi e a coltivare studi  inespressi per via della fretta, del troppo lavoro. Capita così alla giornalista, saggista  e conduttrice Rai Cristina Gimignani. Che ha ripreso in mano un denso carteggio del Vasari. Ne nascerà a breve un libro. Tante le novità contenute in questo denso epistolario. “Come Toscana ho il mito del Boccaccio, che scrisse il Decamerone circa un anno dopo  la peste nera del 1349. Parlando dell’isolamento di un gruppo di giovani che si divertono a raccontare e a raccontarsi. Ecco, diciamo che in questi mesi , mi sono rifugiata nell’affabulazione e ho scoperto, anzi riscoperto, Giorgio Vasari. Che ha avuto una vita da cortigiano, prima che da artista. Dopo la morte, senza eredi, ha lasciato testimonianze di rilievo, oltre a una serie di pregevoli opere”.

Può fare un esempio?

Prima tra tutte , il carteggio di Vasari. Avevo iniziato a studiarlo da qualche mese, perché mi aveva colpito l’anomalia della situazione: morto senza eredi, Vasari lascia una serie di lettere dei protagonisti della sua epoca: da Michelangelo a Annibal Caro, in un crescendo di colpi di scena, tra la Freternita dei laici e gli eredi del carteggio, riscattato da Bonsignore.

A quali colpi di scena si riferisce?

Il 3 marzo 1687, muore l’ultimo erede della famiglia Vasari , Francesco Maria di Lorenzo e successivamente alcuni beni immobili vennero acquistati dal  Bonsignore, tra cui la raccolta delle lettere dell’artista. Nei primi del’900, il rettore della fraternita dei laici di Arezzo Francesco Gamurrini, viene incaricato dal comune della sua città per approfondire quanto accaduto e l’esito delle ricerche conferma il regolare acquisto. Nel 1921, il conte Rasponi Spinelli, per agevolare lo studio e la fruizione delle carte, consegna l’archivio al comune di Arezzo in deposito e la celebre raccolta, venne così spostata a casa Vasari, da poco adattata a museo. Al nobiluomo, venne concessa la cittadinanza onoraria del comune di Arezzo . Da lì, inizia un braccio di ferro  che dura ancora oggi. Ma questo, è irrilevante, ai fini del valore inestimabile del carteggio, che contiene anche lettere di Michelangelo.

Ma cosa c’è , di tanto particolare nella vita di Vasari?

Il suo mistero. La differenza tra l’immagine pubblica , di grande artista al servizio di mecenati e quella privata di grande seduttore. Come al tempo della peste del 1527 , durante la quale Vasari perde il padre, ho voluto approfondire questo personaggio, che solitamente non resta molto simpatico. Perché paga lo scotto di essere il primo critico della storia dell’arte, che non si limita ad ammirare, ma osserva con spirito acuto . E’ umile, perché sa benissimo di non essere all’altezza dei suoi contemporanei. Personalmente , lo ritengo un grande architetto, forse minore col pennello. Ma uno che nasce alla stessa epoca di Michelangelo, Raffaello e Leonardo , diciamo che doveva lottare parecchio, per essere ricordato. A suo modo, però , Vasari è stato unico nella storia dell’arte, ne ha fondato l’aspetto più moderno. Consigliato da Alessandro Farnese, che lo spinge a dedicare ‘ le vite ‘ a Cosimo primo. Per nuove future alleanze? È il fascino discreto della politica, in salsa rinascimentale.

Qual è, la novità della ricerca?

Mi sono divertita a approfondire degli aspetti inusuali. Per esempio, appunto, la politica. Vasari era un abile cortigiano, uscito indenne dalle rivalità tra le grandi famiglie del tempo. Grande amico di Cosimo primo, si percepisce una grande complicità, presagio di disegni futuri, che vanno oltre i confini della signoria e del granducato. Non bisogna mai pensare, che un artista non sia parte integrante del suo tempo e offrire chiavi di lettura diverse . Nel caso di Vasari, mi sono divertita a immaginare un suo mondo parallelo, dando vita a una chiave di lettura diversa.

Quanto influisce , la politica, nelle chiavi di lettura degli artisti di tutte le epoche?

Moltissimo . Negli anni della contestazione, se non studiavi i contemporanei, non avevi diritto di parola. Oggi, c’è un ripensamento , una grande attenzione all’umanesimo. La riscoperta dei grandi artisti per quello che hanno voluto dire loro, non quello che ci hanno costruito sopra nei secoli successivi. Nel mio piccolo, ricorrendo alla fantasia, ho voluto fare un collage di varie nozioni, notizie, sensazioni. E ho tirato fuori un filone di ricerca anomalo, per Vasari. Artista, architetto, ma uomo profondamente impegnato nelle dinamiche del proprio tempo. Perché spero, che l’affabulazione torni protagonista, nella cultura della politica italiana. La gente, non conosce più la propria storia recente, figuriamoci quella antica.

 

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