CERCA SUL SECOLO D'ITALIA

Un momento del flash mob dei precari e disoccupati organizzato nella Galleria Umberto di Napoli, 26 marzo 2019. ANSA/CESARE ABBATE
Un momento del flash mob dei precari e disoccupati organizzato nella Galleria Umberto di Napoli, 26 marzo 2019. ANSA/CESARE ABBATE

Catastrofe virus, l’agenzia Onu per il lavoro: «Più di 25 milioni i posti a rischio nel mondo»

Politica - di Redazione - 7 Aprile 2020 - AGGIORNATO 8 Aprile 2020 alle 13:19

La previsione è a dir poco catastrofica. E rinvia alla memoria immagini in bianco e nero che credevamo di aver definitivamente consegnato al passato. Ma era un’illusione. Stanno infatti tornando in groppa al virus. E presto le rivedremo come un orribile sequel nelle nostre città. Parliamo delle file dei disoccupati. Secondo l’Organizzazione internazionale del lavoro, infatti, sono oltre 25 milioni i di posti di lavoro a rischio nel mondo nel mondo per le conseguenze economiche legate all’emergenza coronavirus. L’Oil, agenzia dell’Onu con sede a Ginevra, ha rivisto le stime pubblicate solo lo scorso 18 marzo quando la forchetta relativa ai lavoratori a rischio espulsione dal ciclo produttivi era compresa tra 5,3 e 24,7 milioni.

L’Oil rivede le sue previsioni di 20 giorni fa

«L’aumento della disoccupazione a livello mondiale nel 2020 – si legge nel report – dipenderà molto dell’evoluzione della lotta al virus e delle misure adottate. È molto probabile che a fine anno i numeri saranno significativamente superiore alla stima iniziale dell’Oil che era di un massimo di 25 milioni». Secondo il quotidiano Repubblica, che ha visionato il rapporto, i settori più a rischio sono quelli degli alloggi, della ristorazione, delle manifatture, della vendita al dettaglio e delle attività commerciali e amministrative.

«Dipenderà dall’azione dei governi dopo la fine del virus»

L’Organizzazione internazionale del lavoro prevede che a distribuirsi le perdite più rilevanti saranno diversi gruppi di Paesi, soprattutto quelli a reddito medio-alto (7,0 per cento o 100 milioni di lavoratori a tempo pieno). Con un impatto che sarà di gran lunga maggiore a quelli registrati nel corso della crisi finanziaria del 2008-2009. La chiusura parziale o totale delle attività produttive interesserà più di quattro persone su cinque (81 per cento) nella forza lavoro globale, pari a 3,3 miliardi di lavoratori. la crisi non distinguerà Paesi ricchi da quelli poveri e da quelli in via di sviluppo. Tutto sta nella qualità delle misure che i governi adotteranno per fare fronte alla crisi  causata dal virus. Toccherà alla politica rendere meno catastrofica la previsione dell’Agenzia.

 

Non ci sono commenti, inizia una discussione

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

di Redazione - 7 Aprile 2020