Vun – Milano
8 Mar 2020 0:01 - di Redazione
Vun
Via Silvio Pellico, 3 – 20121 Milano
Tel. 02/88211350
Sito Internet: www.ristorante-vun.com
Tipologia: ricercata
Prezzi: menù degustazione da 120 a 185€
Giorno di chiusura: Domenica e Lunedì
Prezzi: menù degustazione da 120 a 185€
Giorno di chiusura: Domenica e Lunedì
OFFERTA
Vale un viaggio a Milano la cucina di Andrea Aprea, chef del ristorante Vun situato al piano terra del Park Hyatt Milano, poco distante dal Duomo e dalla bellissima Galleria Vittorio Emanuele. L’impronta è campana ma spazia anche altrove, con materie prime eccellenti, tecniche di cottura ben calibrate e abbinamenti convincenti. Oltre ai due menù degustazione principali (percorsi partenopei a 160€ e percorsi signature 185€), c’è la possibilità di optare per altri percorsi da 3, 4 e 5 portate, rispettivamente a 120, 130 e 150 euro, dove il cliente può scegliere i piatti della carta proposta. L’inizio è sempre affidato all’aperitivo all’italiana con lo spritz trasformato in una sfera croccante che “scoppietta” in bocca, le patatine in un fagottino ripieno di patate con spolverata di paprika e l’oliva in una tartelletta con crema di olive. Sintesi perfetta di uno dei piatti estivi più amati e al contempo simbolo della cucina partenopea, è la caprese dolce salata: una sfera sottile di zucchero che racchiude una spuma di bufala su una salsa di pomodoro e basilico. Anche i tortelli ripieni di genovese di manzo con scarola sopra e crema di provolone del monaco al centro del piatto riconducono alla tradizione, ma ci saremmo aspettati un sapore più deciso della cipolla a dispetto del formaggio che prevaricava un po’. Morbida e succulenta la carne del filetto di agnello, appena scottata e dunque rosa al centro, servita con delle quenelle di zucchine alla scapece e menta. Chiusura perfetta con la pastiera sferica dove ritorna la sottile bolla di zucchero che, in questo caso, racchiude la crema di ricotta aromatizzata ai fiori di arancio, il tutto poggiato su una frolla e su una crema con chicchi di grano. Caffè ben estratto e dalla crema densa e persistente, nonché da una piacevole nota acida.
Vale un viaggio a Milano la cucina di Andrea Aprea, chef del ristorante Vun situato al piano terra del Park Hyatt Milano, poco distante dal Duomo e dalla bellissima Galleria Vittorio Emanuele. L’impronta è campana ma spazia anche altrove, con materie prime eccellenti, tecniche di cottura ben calibrate e abbinamenti convincenti. Oltre ai due menù degustazione principali (percorsi partenopei a 160€ e percorsi signature 185€), c’è la possibilità di optare per altri percorsi da 3, 4 e 5 portate, rispettivamente a 120, 130 e 150 euro, dove il cliente può scegliere i piatti della carta proposta. L’inizio è sempre affidato all’aperitivo all’italiana con lo spritz trasformato in una sfera croccante che “scoppietta” in bocca, le patatine in un fagottino ripieno di patate con spolverata di paprika e l’oliva in una tartelletta con crema di olive. Sintesi perfetta di uno dei piatti estivi più amati e al contempo simbolo della cucina partenopea, è la caprese dolce salata: una sfera sottile di zucchero che racchiude una spuma di bufala su una salsa di pomodoro e basilico. Anche i tortelli ripieni di genovese di manzo con scarola sopra e crema di provolone del monaco al centro del piatto riconducono alla tradizione, ma ci saremmo aspettati un sapore più deciso della cipolla a dispetto del formaggio che prevaricava un po’. Morbida e succulenta la carne del filetto di agnello, appena scottata e dunque rosa al centro, servita con delle quenelle di zucchine alla scapece e menta. Chiusura perfetta con la pastiera sferica dove ritorna la sottile bolla di zucchero che, in questo caso, racchiude la crema di ricotta aromatizzata ai fiori di arancio, il tutto poggiato su una frolla e su una crema con chicchi di grano. Caffè ben estratto e dalla crema densa e persistente, nonché da una piacevole nota acida.
AMBIENTE
Arredo moderno ed elegante, con tavoli ben apparecchiati e con degli stupendi anthurium a dare colore.
SERVIZIO
Cortese, preciso e puntuale.
Recensione a cura di: Milano de La Pecora Nera – ed. 2020 – www.lapecoranera.net