La Bonora – Roma
7 Mar 2020 0:01 - di Redazione
La Bonora
Largo Appio Claudio, 346 – 00174 Roma
Tel. 06/88376508
Sito Internet: www.labonora.it
Tipologia: romana / hamburgheria
Prezzi: sfizi 7/10€, primi 8/12,50€, secondi 9/18€, dolci 4/5€
Prezzi: sfizi 7/10€, primi 8/12,50€, secondi 9/18€, dolci 4/5€
Giorno di chiusura: mai
OFFERTA
Sono scesi dai Castelli per fermarsi al Tuscolano. Stiamo parlando dei figli di Massimo Pulicati e di Maria Luisa Zaia, impareggiabili osti a Grottaferrata, che hanno deciso di tentare l’avventura in proprio nei locali che furono dell’Altro Ballerino. Alla prova dei fatti possiamo dire bene, ma non benissimo, forse perché ci siamo avvicinati con i ricordi troppo vividi dell’Oste della Bon’Ora: parte della linea di cucina richiama il capostipite, ma qui c’è pure un tocco più giovane con insalate, hamburger, sfizi e fritti. Il livello medio delle preparazioni è sicuramente buono, come nel caso dell’uovo strapazzato al pesto e della tortilla con zucchine romanesche scelti per partire; eccellente la celebre amatriciana servita in cornucopia di parmigiano, meno convincenti gli spaghetti alla gricia leggermente scotti e con il guanciale bruciacchiato. Si risale con la tartare di scottona con cavolo rosso marinato e arancia, con la rivisitazione (riuscita) della parmigiana e con la brandada di baccalà con cipolla rossa, per chiudere con la famosa e golosa crema Maria Luisa con millefoglie sbriciolato e cannella, seguita da un discreto caffè.
Sono scesi dai Castelli per fermarsi al Tuscolano. Stiamo parlando dei figli di Massimo Pulicati e di Maria Luisa Zaia, impareggiabili osti a Grottaferrata, che hanno deciso di tentare l’avventura in proprio nei locali che furono dell’Altro Ballerino. Alla prova dei fatti possiamo dire bene, ma non benissimo, forse perché ci siamo avvicinati con i ricordi troppo vividi dell’Oste della Bon’Ora: parte della linea di cucina richiama il capostipite, ma qui c’è pure un tocco più giovane con insalate, hamburger, sfizi e fritti. Il livello medio delle preparazioni è sicuramente buono, come nel caso dell’uovo strapazzato al pesto e della tortilla con zucchine romanesche scelti per partire; eccellente la celebre amatriciana servita in cornucopia di parmigiano, meno convincenti gli spaghetti alla gricia leggermente scotti e con il guanciale bruciacchiato. Si risale con la tartare di scottona con cavolo rosso marinato e arancia, con la rivisitazione (riuscita) della parmigiana e con la brandada di baccalà con cipolla rossa, per chiudere con la famosa e golosa crema Maria Luisa con millefoglie sbriciolato e cannella, seguita da un discreto caffè.
AMBIENTE
Giocato su uno stile industriale con cucina a vista, risulta un già visto piuttosto freddo, con alcuni particolari come la macchina da pop-corn e quella per zucchero filato messe lì senza un perché. Le tovagliette e i tovaglioli sono di carta.
SERVIZIO
È stata la nota dolente della nostra visita: abbiamo dovuto chiedere più volte il pane e il vino, “subendo” per tutta la serata un’ostentazione di gentilezza e simpatia da parte del giovane ragazzo che ci ha servito davvero fuori luogo.
Recensione a cura di: Roma de La Pecora Nera – ed. 2020 – www.lapecoranera.net