I grillini a rischio estinzione in piazza contro i vitalizi. Ma non abboccherà nessuno

15 Feb 2020 12:16 - di Marzio Dalla Casta
Vitalizi

«Mai più vitalizi!». Tutti in piazza a gridarlo come ai vecchi tempi del Vaffa. Quelli eroici. E poco importa se il privilegio era già stato dichiarato seppellito dagli stessi che, pur al governo, ora ne temono il fantasma. L’essenziale per Di Maio è tornare alle origini, all’alfa della purezza originaria. E da lì rintanarsi nel leopardiano «stato soave» del Sabato del villaggio, rassicurante metafora di eterna vigilia non ancora macchiata né ammaccata dai fallimenti e dai compromessi dell’età matura. La piazza come emblema della perenne fanciullezza. E quindi della irresponsabilità. E infantile è senza dubbio la pretesa dei grillini di rituffarsi nella stessa acqua del fiume in barba al panta rei. Magari si potesse.

La mobilitazione contro i vitalizi non arresterà il declino del M5S

In realtà, più si crogiolano nella sindrome di Peter Pan, più s’attorcigliano impotenti intorno alla spirale identitaria. Lo dicono i sondaggi. E lo conferma lo stillicidio di bye bye Cinquestelle dagli onorevoli in fuga. E ora Il MoVimento all’incontrario va. La marcia indietro è apparsa a Di Maio l’unica alternativa alla marcia funebre. Innestare l’una per non intonare l’altra. Ma la storia insegna che dopo la prima, inesorabile, arriva anche la seconda. La piazza di oggi non è quella di ieri. La grisaglia d’ordinanza dei nuovi potenti è il segno del tempo trascorso. Proprio come gli occhi immalinconiti dei Ricchi e Poveri tornati quartetto a Sanremo. Con la differenza che in politica il dejà vù non paga. Anzi, a dichiarare guerra ai privilegi restando incollati alla poltrona si sprofonda nel ridicolo.

L’anti-Casta è solo un’esca avvelenata

L’anti-Casta è un’esca avvelenata alla quale non abbocca più nessuno. Neppure le Sardine. Lo sanno bene i vari Di Maio, Crimi e Bonafede. Loro non pensano di ripescare i delusi, vogliono sono stopparne l’esodo. Apposta, nel crepuscolo pentastellato ogni rigagnolo è diventato un Piave. E tutto –  prescrizione, reddito, vitalizi – è ormai identitario, non negoziabile. I grillini ostentano l’intransigenza tipica delle forze sorgenti mentre propinano la solita minestra riscaldata. E oggi in piazza tenteranno di spacciare il loro mesto imbrunire per un’alba radiosa. Ma è tempo perso. Irrimediabilmente.

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