Bergoglio si arrende a Ratzinger: porte chiuse ai preti sposati (e non solo in Amazzonia)

12 Feb 2020 16:21 - di Monica Pucci

«Io credo che il celibato dei sacerdoti abbia un grande significato ed è indispensabile perché il nostro cammino verso Dio possa restare il fondamento della nostra vita». Le parole di Papa emerito Benedetto XVI, contenute in un libro scritto insieme al cardinale Robert Sarah, sono risuonate nel Vaticano, oggi. Forti e chiare. Quando è arrivato il messaggiol forte e chiaro, di Papa Bergoglio, che s’è allineato alla posizione di Benedetto XVI, da sempre arroccato in difesa del celibato ecclesiastico.

Il dietrofront di Bergoglio

Il Papa sulla possibilità di ordinare sacerdoti uomini sposati nelle zone dove c’è carenza di sacerdoti, come avevano chiesto a maggioranza i Vescovi in occasione del Sinodo sull’Amazzonia, ha deciso di non prevedere cambiamenti. Ma neanche ulteriori possibilità di deroghe rispetto a quelle già previste dalla disciplina ecclesiastica. Niente aperture ai preti sposati, insomma. Al paragrafo 87 dell’Esortazione apostolica “Querida Amazonia”, il Pontefice è molto chiaro. «Il modo di configurare la vita e l’esercizio del ministero dei sacerdoti non è monolitico e acquista varie sfumature in luoghi diversi della terra. Perciò è importante determinare ciò che è più specifico del sacerdote, ciò che non può essere delegato. La risposta consiste nel sacramento dell’Ordine sacro, che lo configura a Cristo sacerdote. E la prima conclusione è che tale carattere esclusivo ricevuto nell’Ordine abilita lui solo a presiedere l’Eucaristia. Questa è la sua funzione specifica, principale e non delegabile».

«Il sacerdote – sottolinea ancora Francesco al paragrafo 88 – è segno di questo Capo che effonde la grazia anzitutto quando celebra l’Eucaristia, fonte e culmine di tutta la vita cristiana. Questa è la sua grande potestà, che può essere ricevuta soltanto nel sacramento dell’Ordine sacerdotale. Per questo lui solo può dire: “Questo è il mio corpo”. Ci sono altre parole che solo lui può pronunciare: “Io ti assolvo dai tuoi peccati”. Perché il perdono sacramentale è al servizio di una degna celebrazione eucaristica. In questi due Sacramenti c’è il cuore della sua identità esclusiva».

Più spazio ai laici in Amazzonia

«Nelle circostanze specifiche dell’Amazzonia, – scrive Papa Bergoglio – specialmente nelle sue foreste e luoghi più remoti, occorre trovare un modo per assicurare il ministero sacerdotale. I laici potranno annunciare la Parola, insegnare, organizzare le loro comunità, celebrare alcuni Sacramenti, cercare varie espressioni per la pietà popolare e sviluppare i molteplici doni che lo Spirito riversa su di loro. Ma hanno bisogno della celebrazione dell’Eucaristia, perché essa “fa la Chiesa”, e arriviamo a dire che “non è possibile che si formi una comunità cristiana se non assumendo come radice e come cardine la celebrazione della sacra Eucaristia”. Se crediamo veramente che è così, è urgente fare in modo che i popoli amazzonici non siano privati del Cibo di nuova vita e del Sacramento del perdono».

Da qui il monito ai Vescovi ad incentivare missionari per l’Amazzonia. «Questa pressante necessità mi porta ad esortare tutti i Vescovi, in particolare quelli dell’America Latina, non solo a promuovere la preghiera per le vocazioni sacerdotali, ma anche a essere più generosi, orientando coloro che mostrano una vocazione missionaria affinché scelgano l’Amazzonia. Nello stesso tempo, è opportuno rivedere a fondo la struttura e il contenuto sia della formazione iniziale sia della formazione permanente dei presbiteri, in modo che acquisiscano gli atteggiamenti e le capacità necessari per dialogare con le culture amazzoniche. Questa formazione dev’essere eminentemente pastorale e favorire la crescita della misericordia sacerdotale».

Più diaconi in Amazzonia

Al paragrafo 92 osserva il Pontefice. «C’è necessità di sacerdoti ma ciò non esclude che ordinariamente i diaconi permanenti – che dovrebbero essere molti di più in Amazzonia – le religiose e i laici stessi assumano responsabilità importanti per la crescita delle comunità e che maturino nell’esercizio di tali funzioni grazie ad un adeguato accompagnamento».

Il Papa annota ancora che “una chiesa con volti amazzonici richiede la presenza stabile di responsabili laici maturi e dotati di autorità, che conoscano le lingue, le culture, l’esperienza spirituale e il modo di vivere in comunità dei diversi luoghi”. A questo proposito, a piede pagina Bergoglio inserisce una nota – la 136 – che comunque non prevede cambiamenti ma si rifà al Codice di diritto canonico, art. 517 che spiega che “è possibile, data la scarsità di sacerdoti, che il vescovo affidi ‘ad un diacono o ad una persona non insignita del carattere sacerdotale o ad una comunità di persone una partecipazione nell’esercizio della cura pastorale di una parrocchia”.

Commenti

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  • Paolo Sardi 13 Febbraio 2020

    Ma come? Per una volta che Bergoglio ne aveva azzeccata una, fa marcia indietro?