Strage di Bologna: «C’è chi sa ma non può parlare. Via il segreto di Stato» (video)

1 Ago 2019 14:42 - di Sveva Ferri

Togliere il segreto di Stato da tutti gli atti inerenti la strage di Bologna, in modo che la verità possa finalmente emergere. E che chi sa, i pochi che le hanno potute visionare possano finalmente parlare. È la richiesta dell’Intergruppo parlamentare “2 agosto. La verità, oltre il segreto sulla strage di Bologna”, che si è costituito alla vigilia del 39esimo anniversario della strage, su iniziativa dei parlamentari di FdI Federico Mollicone e Paola Frassinetti. «Siamo qui come cercatori di verità, e non uomini di parte o di partito, per assicurare alle vittime della strage di Bologna, della strage di Ustica, ai morti causati dal terrorismo brigatista e i tanti altri, giustizia e alla nostra Nazione la fine dell’interminabile dopoguerra, e della guerra fredda che si è giocata sulla scacchiera Italia, di cui l’attentato a Bologna è una tragica fase di gioco», ha spiegato Mollicone.

Togliere il bavaglio sulla strage di Bologna

Mollicone e Frassinetti hanno anche promosso una proposta di legge per l’istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta, che ha già ottenuto l’adesione di parlamentari di Lega, FI e M5s. Vi si chiede di investigare, in maniera «esclusivamente tecnica e non politica», tutte «le dinamiche e le connessioni del terrorismo interno e internazionale con la strage di Bologna del 2 agosto 1980 e le relative attività dei servizi segreti italiani ed esteri». Un percorso che riguarda, quindi, anche gli atti precedenti e successivi alla strage, ma con esso connessi e ancora sottoposti al vincolo del segreto. Perché oggi, anche alla luce dei clamorosi ultimi sviluppi emersi nell’ambito del processo a Gilberto Cavallini e delle dichiarazioni di alcuni parlamentari che hanno rivelato di aver visto atti contenenti la verità sulla bomba ma di non poterli svelare perché secretati, quella verità non è più una irraggiungibile «luna nel pozzo».

Mollicone: «La verità non è una luna nel pozzo»

«La sapienza popolare dice “cercare la luna nel pozzo” per intendere una ricerca vana. In 39 anni si è cercata appunto la luna nel pozzo di depistaggi di Stato, pentiti inattendibili, evidenze indimostrate, sentenze parziali discusse e discutibili. Non si è cercata la luna splendente della verità oggettiva e storica, oscurata nella notte del segreto di Stato», ha spiegato ancora Mollicone. Ed è proprio questa la richiesta di Mollicone, Frassinetti e di tutti i parlamentari che hanno aderito all’Intergruppo e sostengono la Commissione: dare finalmente voce alla verità su Bologna, togliendole il bavaglio del segreto di Stato.

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