Di Maio contro la Raggi: prima i romani dei rom. E Salvini: indagata ma al suo posto da anni

8 Mag 2019 17:01 - di Redazione

Luigi Di Maio e Matteo Salvini ritrovano una (parziale) unità contro la sindaca di Roma, Virginia Raggi dopo la bufera sulla revoca del sottosegretario Armando Siri pretesa dai grillini.
Il vicepremier Cinque Stelle è una furia contro la compagna di partito e prima cittadina della Capitale secondo quanto racconta chi gli ha parlato in queste ore.
Dopo aver incassato la revoca del sottosegretario Armando Siri in Consiglio dei ministri, Di Maio si vede costretto a reagire contro la Raggi per le contestazioni, a furor di popolo, della sindaca che si è recata a Casal Bruciato a portare la solidarietà alla famiglia di zingari che ha avuto dal Comune di Roma l’assegnazione di un alloggio popolare. Una famiglia bosniaca di 14 persone che, con un balzo, si è ritrovata in cima alle classifiche di assegnazione degli alloggi popolari, superando gli italiani in graduatoria e scatenando l’ira dei residenti e dello stesso Di Maio.

«Raggi pensi ad aiutare i romani prima dei rom», ha sintetizzato, così, il Di Maio pensiero, una fonte all’Adnkronos presente allo sfogo del vicepremier grillino.
Descrivendolo «furente» nei confronti della prima cittadina, la fonte rivela che Di Maio avrebbe espresso tutta la rabbia verso il Campidoglio, facendo arrivare alla prima cittadina tutto il suo malcontento per la gestione dell’alloggio di Casal Bruciato i cui residenti, inviperiti per la gestione della vicenda, hanno ricordato alla Raggi le delicate questioni giudiziarie della sua giunta sempre più in bilico.
«Domani c’è il processo, stai attenta», ha detto un residente, rivolto alla Raggi nel corso delle contestazioni riferendosi al confronto atteso per domani tra l’ex-presidente dell’assemblea capitolina, Marcello De Vito, e i pm titolari dell’indagine sullo “Stadiogate” che vede il grillino indagato per corruzione.

E sulla sindaca arriva anche la bordata di Matteo Salvini infuriato il doppiopesisimo giudiziario dei Cinque Stelle che hanno preteso e ottenuto oggi dal premier Giuseppe Conte la revoca del sottosegretario Armando Siri al grido di “onestà, onestà” ma non dicono nulla sul primo cittadino della Capitale:«Prendo atto – attacca Matteo Salvini – del fatto che la Raggi è indagata da anni ed è al suo posto. I nostri candidati sono specchiati. Se ci sono colpe di serie A e colpe di serie B, presunti colpevoli di serie A e di serie B…. a casa mia se uno vale uno, inchiesta vale inchiesta, però a questo punto smettiamo di fare politica».

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